Tibet (Le grandi distese del silenzio) | Club Alpin Suisse CAS
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Tibet (Le grandi distese del silenzio)

Elle décrit également les habitants du pays: leur gentillesse, leurs sentiments religieux, les us et coutumes transmis à travers les siècles, mais aussi leur destin collectif, celui d' un peuple devenu minoritai-re dans son propre pays, qui a subi une invasion étrangère, vu détruire les témoignages de sa civilisation millénaire et qui assiste aujourd'hui à la démolition des habitations traditionnelles, remplacées par d' horribles constructions de béton, et au pillage de son patrimoine forestier par les envahisseurs-co-lons chinois. Si aux premières lueurs de l' aube les villes-monastères se réveillent pour accueillir les pèlerins, renouvelant ainsi une tradition séculaire, pendant la journée les postes de télévision s' allu pour faire entendre la voix de la Chine jusque dans les endroits les plus reculés. Deux visions du monde s' opposent en un cruel combat qui se terminera sans doute par la victoire du plus fort et sanctionnera la mort d' une civilisation et de l' âme d' un peuple.

A l' écart des centres devenus désormais « chinois » et prêts à accueillir les touristes pressés, le parcours à vélo d' Alessandra Meniconzi et son compagnon mène le lecteur à travers des landes infinies, où il est encore possible de rencontrer des gens qui vivent la solitude des grands espaces, partageant leur vie entre l' élevage du bétail et la méditation, sous les fresques multicolores du panthéon bouddhiste, dans le parfum de l' encens, à la recherche de la religion de l' esprit et de l' illumination intérieure.

Les caravanes sillonnent les immenses prairies du Tibet, menées par ces gens fiers et libres qui re-

Nel Tibet l' alimentazione è molto povera e frugale ed è basata quasi esclusivamente sui prodotti cerealicoli e sui pochi vegetali.

Très pauvre et frugale, l' ali des Tibétains se compose presque essentiellement de céréales et de quelques légumes.

Le grandi distese del silenzio

Viaggio nella terra dei cowboys tibetani

fusent l' idée que tout cela pourrait un jour se terminer, effacé par l' arrogance et la violence d' autres hommes.

Augusto Colombo, Bellinzona

Ai confini della realtà

Esistono ancora, al mondo, luoghi che emanano un' atmosfera magica, il Tibet è uno di questi. Sicuramente, la lettura dei racconti dei primi esploratori occidentali stimolarono in me il desiderio di visitare questa terra a me cosi lontana. In particolare sognavo il Grande Tibet storico: l' Amdo e il Kham, oggi

incorporati nelle province cinesi del Qinghai, del Sichuan, del Gansu e dello Yunnan. Ero affascinata dai suoi spazi aperti, dalle immense praterie e le sue genti dallo spirito libero e ribelle. Stregata dalla bellezza fantasmagorica di questa landa, racchiusa da aspre catene montuose alternate a verdi praterie e solcata da irnienti fiumi come il Salween, il Mekong, Lo Yangtze, il fiume Giallo, Lo Yalong, decisi, in compagnia di un amico, di ritornare nel Tibet utilizzando come mezzo di trasporto la bicicletta. L' idea era di raggiungere la patria dei nomadi Golok.

Questo indomito popolo, un tempo predatore di carovane, vive ai piedi della catena dell' Amnye Machin ( 6282 metri ), dove, sulle sue alte vette, ammantate da nevi eteme, vi è posta la dimora di Machin Pomra, il leggendario capostipite dei Golok, venerato sia dai seguaci della religione sciamanica bön-po sia dai buddhisti.

Da Pechino inizia il nostro ambizioso programma sulla carrozzabile che collega Lanzhou a Chengdu... viaggio che si trasforma sin dall' inizio in un' av. Davanti a noi, ci aspettano più di mille chilometri da percorrere su strade asfaltate o sterrate,

con circa una ventina di chili di bagaglio, distribuiti sulle ruote posteriori. Ovunque andiamo, non veniamo risparmiati dalla curiosità popolare. Monaci di tutte le età, mercanti, giocatori di biliardo si stringono in un cerchio sempre più stretto attorno a noi, affascinati dalle nostre biciclette, molto più leggere, con più marce e dai colori più vistosi rispetto alle loro vecchie bici nere.

Q.

Uno stupefacente miscuglio etnico

Prima di entrare nella Prefettura autonoma tibetana del Gansu, chiamata dai cinesi Gannan, oltrepassiamo una serie di montagne ricoperte di loess, il fertile terreno argilloso formato dalle piene del fiume e dal vento. Il contrasto tra il paesaggio maestosamente nudo che circonda i villaggi diventa spettacolare. Da un lato il verde abbagliante delle coltivazioni, dall' altro il giallo delle aride montagne.

Sui ripidi pendu a terrazze, le coltivazioni di cereali, di verdure varie, degli enormi girasoli e dei

Alpinisme et autres sports de montagne La sofferenza del popolo tibetano si riflette nelle rughe del volto di questo monaco.

Les souffrances du peuple tibétain sont gravées dans le visage de ce moine.

frutteti carichi di pesche, albicocche, susine, mele, arance, animano il paesaggio.

Sita sul fondovalle intravediamo l' animata cittadina musulmana di Linxia, un tempo importante arteria commerciale d' Oriente. A Linxia, tutto parla d' Isiam: i veli di pizzo delle donne, i copricapi bianchi e la barbetta degli uomini, le centinaia di moschee, e le cupole di legno dei minareti arricchite da delicati intarsi che si ergono come sentinelle al di sopra della fervida cittadina.

Ovunque si diffondono le preghiere dei muezzin. Il ritmo della vita è scandito dalla moltitudine di

II corno telescopico è composto di tre parti incastra-te l' una nell' altra e può raggiungere una lunghezza di quattro o cinque metri.

Le cor télescopique comprend trois parties emboîtées l' une dans l' autre et peut atteindre une longueur de quatre ou cinq mètres.

botteghe schierate lungo le strade. Lasciamo st' isola arabo-musulmana nel cuore della grande Cina. La miscela etnica che incontriamo lungo il nostro tragitto è stupefacente. Qui accanto ai numerosi cinesi Han, affluiti per volere del governo di « cinesizzare » il territorio tibetano, vivono in comunità compatte cospicue minoranze: Hui, musulmani di Cina dalle origini turche; Salar, tribù in esilio da Samarcanda; Tu, discendenti dei soldati mongoli; Kazakhi; Baoan; Dongxiang; Quingic; cosacchi; mongoli e tibetani. Il Governo cinese è restìo a dare dei censimenti completi sul numero di Han che dimorano in Tibet. Nell' Amdo, ora provincia cinese del Qinghai, i cinesi costituiscono più della metà della popolazione, il 20% sono tibetani, mentre il resto sono altre minoranze. Le posizioni di rilievo nella politica e nell' economia sono occupate dai cinesi.

Le scuole sono piuttosto dei centri di indottrinamento della cultura Han e lasciano poco spazio alle usanze delle differenti etnie. Negli alberghi frequentati dai turisti si trovano prospetti di propaganda dove vengono sottolineati tutti gli « sforzi » ( costruzione di strade, di scuole, ospedali ecc .) compiuti dalle autorità per sviluppare queste regioni: più semplicemente per trasformare radicalmente la vita, la cultura e le tradizioni di queste popolazioni. Oggi i tibetani costituiscono una minoranza sulla loro propria terra e con l' arrivo di molte mercanzie cinesi anche i tibetani lentamente stanno perdendo il loro costume tradizionale. Sotto gli spessi e sporchi cappotti di pelle ( chuba ), con pelo di pecora l' interno e bordati di pelliccia di leopardo, vengono indossati abiti di fattura occidentale o cinese. Ai piedi calzano stivali di feltro colorato o pelle con la punta leggermente ricurva. Uomini e donne amano

Passo Col Pass Zoige 3500 m Ch - Distanza in km Labrang ( Xiahe ). " " .3110 m Da Zoige non abbiamo più potuto continuare il continuo attacco di branchi di cani. Perciò siamo tornati in bus fino a Hezuozhen e abbiamo proseguito nuovamente in bici fino a Labrang.

mettere in mostra tutto il loro patrimonio. Collane di turchesi, coralli ed ambre, bracciali, anelli e orecchini d' argento tempestati di pietre semipreziose mostrano la ricchezza della famiglia. Bizzarre sono le acconciature degli uomini kham-pa che arrotolano, assieme alle lunghe trecce di capelli ingarbugliati, fasce di fili di lana rossa, arancione o nera, applicandovi sopra grossi anelli d' avorio e monili d' argento finemente intarsiati. Tutti portano uno o più cappelli in feltro, stile cow boys. Le donne dividono la loro capigliatura in 108 treccine fissandole sul fondo con una striscia di stoffa alta circa dieci centimetri, adornata da centinaia di coralli e di turchesi, oppure applicano sulla testa lunghe strisce di stoffa, ornate con grosse ambre. Singolare è pure il gancio d' argento che pende dalla cintura delle donne. Questo gioiello serve per affrancare il secchio del latte quando si munge la femmina dello yak. Alcuni di essi, molto più grandi e finemente intarsiati, con incastonate pietre semipreziose, vengono indossati solo in occasioni speciali. Quasi tutti i tibetani, soprattutto i viaggiatori e i pellegrini, portano attorno al collo o allacciato a una cintura ilgau, un reliquiario portatile in argento incrostato di turchesi

CHINA INDIA De Zoige, nous n' avons pu poursuivre notre route en raison des incessantes attaques de bandes de chiens. C' est pourquoi nous sommes retournés en bus jusqu' à Hezuozhen, d' où nous avons poussé, de nouveau à vélo, jusqu' à Labrang.

dove all' interno si trovano, piegate su pezzi di carta, le preghiere, statuette delle divinità o i personaggi venerati.

Una natura in serio pericolo

La strada si snoda attraverso montagne brulle ricoperte qua e là da cespugli e da piccoli arbusti. Le regioni del Kham e l' Arrido, flagellate dai venti e le piogge monsoniche, beneficiano di un clima molto più mite rispetto al resto del Tibet. Purtroppo, in tutto il Tibet orientale vi è una massiccia deforestazione; gli alberi vengono tagliati dai soldati cinesi e dai prigionieri tibetani a un ritmo che supera di gran lunga quello impiegato dalle piante a ricrescere. Negli ultimi decenni il patrimonio boschivo è stato ridotto di più della metà.

Molti verdi pascoli sono stati convcrtiti in terreni agricoli e l' uso eccessivo e indiscriminato di fertilizzanti da parte dei coloni cinesi ha causato la trasformazione di queste zone in deserto.

Labrang, porta d' ingresso al mondo buddista

II monastero di Labrang Tashk-yil appartiene alla setta dei Geluk-pa, quella dei berretti gialli, votata al celibato e ligia alle tradizioni. Quello di Labrang oltre ad essere il monastero più grande dell' Amdo è anche una delle sei strutture religiose più importanti del Tibet assieme a quello di Ganden, Sera, Dre-pung, Tashilhumpo e Ta' er. Edificato nel 1709 da Jamyang Zhepa I ( il Buddha vivente ) e dai suoi successori, vanta sei importanti istituti: l' istituto buddhista esoterico, l' istituto superiore e inferiore di teologia, l' istituto di medicina, l' istituto di astro-

logia e l' istituto di legge. Al culmine del suo splendore la cittadella monastica contava 4000 monaci; oggi, dopo l' era maoista, se ne contano poco più di un migliaio. La città è sorta lungo le rive del fiume Daxia, la strada principale è costeggiata da negozi e ristoranti. I nomadi di passaggio, avvolti nei loro pesanti cappotti di pelle di montone impolverati, sono riuniti attorno a vecchie tavole da biliardo e, inebriandosi con liquori cinesi, si divertono a lanciare violentemente le palle sui tavoli ormai semidi-strutti. Del tradizionale villaggio tibetano, dalle abitazioni ad un piano edificate utilizzando argilla pestata, con cortili all' interno, con porte e finestre in legno intarsiato, rimane ben poco. I coloni cinesi lentamente le demoliscono rimpiazzandole con opprimenti edifici in cemento armato, non dissimili da quelli che si trovano in ogni periferia urbana cinese.

I numerosi ristoranti per turisti di passaggio sono spesso frequentati anche dai monaci. Qui i fedeli servitori della legge del Buddha per ore e ore rimangono pietrificati davanti agli schermi dei televisori dove non è di scena la danza religiosa d' origine monastica o l' insegnamento di qualche importante Lama, ma si proiettano invece le avventure di cruenti eroi cinesi.

Ogni giorno, alle prime luci dell' alba, la città monastica si risveglia. Da ogni direzione affluiscono frotte di pellegrini che cominciano a camminare in senso orario lungo il periplo del monastero, assorti in una litania di preghiere. La religione è il motore che regola ogni attività ed ogni istante della vita di un tibetano. Le koras, ovvero i giri che un devoto compie intorno a un luogo sacro, sono impressionanti. Anziani e giovani fanno scorrere tra le dita il rosario di 108 grani, usato sia per accompagnare le preghiere sia per contare il numero di koras fatte oppure ruotano il chökor, la piccola ruota di preghiera contenente i mantra, formule di invocazione, trascritti su carta pergamena. Altri ancora per acquistare più meriti e accrescere il proprio karma ad ogni passo si inginocchiano e si sdraiano con il ventre a terra, poi si rialzano, fanno un altro passo e si genuflettono nuovamente. Sul tetto dell' edificio principale appaiono due monaci che portano alla bocca lunghe trombe telescopiche. Un suono profondo si diffonde in ogni angolo annunciando l' inizio della cerimonia religiosa. I monaci, attraverso danze e rituali accuratamente codificati e coreo-grafati nelle sacre scritture, insegnano le tradizioni e i valori del buddhismo tibetano. Per l' occasione indossano sfarzosi costumi di broccato intessuti d' oro, e portano appariscenti maschere di legno intagliato, che nella forma più terrificante interpretano le deità che combattono i demoni. L' orchestra monastica, formata dai suoni dei cembali, dei tamburi, delle trombe e dei corni telescopici, accompagna le danze sacre ( cham ). Si percepisce chiaramente una certa Alpinisme et autres sports de montagne

contentezza da parte dei fedeli nel poter venerare nuovamente le loro deità. Le devastanti vicende politiche hanno spogliato il paese delle sue ricchezze, ma non sono riusciti a toccare l' anima dei tibetani. Durante l' oppressione ogni avvenimento tradizionale venne abolito dalle autorità cinesi d' occupazio. Solo a partire dagli anni ottanta, anche se in maniera limitata, vi fu un ritorno alla libertà religiosa. Molte feste e cerimonie, cominciarono a rivivere. Ma oggi il ricco patrimonio tibetano non ha più il lustro del passato. Il governo non solo ha « ci-nesizzato » il popolo, la cultura, l' economia e il territorio, ma pure molte feste tradizionali. Le autorità sono divenute grandi maestri nel confezionare spettacoli tradizionali a misura dei turisti cinesi e occidentali. I cinesi hanno scoperto il Tibet e le manifestazioni tradizionali stanno lentamente assumendo un carattere strettamente folcloristico: per incenti-

Sperdute nell' immensità del paesaggio tibetano, le tende dei pastori nomadi si raggruppano in occasione delle feste estive.

La dri, femmina dello yak, fornisce un latte ricco di grassi e proteine dal quale si ricavano burro, latte e yogurt.

Ogni giorno frotte di pellegrini compiono i rituali religiosi attorno ai peripli dei luoghi sacri.

Chaque jour, des foules de pèlerins accomplissent les rituels religieux autour des lieux saints.

vare il turismo le date di svolgimento vengono stabilite seguendo il calendario cinese o gregoriano; vengono mostrate impressionanti parate militari, mentre da stridenti altoparlanti la musica da karaoke accompagna in sontuose coreografie i ballerini cinesi in costume tibetano o i tibetani pagati per apparire davanti ai quadri del partito e al fitto pubblico cinese.

Ritmi antichi per una vita semplice

La strada che conduce da Labrang alla cittadina monastica di Langmusi si snoda per circa 300 chilometri arrampicandosi attorno a una collina dopo l' altra e varcando innumerevoli passi. L' ago dell' altimetro indica 3700 metri di altitudine nel punto più elevato del percorso. Pedaliamo per ore, immersi nella bellezza, nell' avventura, nell' ignoto. Come per incanto, nella sterile pianura erbosa, senza traccia di

Disséminées d' ordinaire dans l' immensité du paysage tibétain, les tentes de bergers nomades se regroupent à l' occasion des fêtes de l' été.

La dri, femelle du yak, fournit un lait riche en graisse et en protéines, consommé directement ou transformé en beurre et en yoghourt.

abitazioni umane, appaiono dei cavalieri solitari: orgogliosi, in sella ai loro destrieri, ci salutano amichevolmente per scomparire al galoppo nello sterminato territorio.

Ed è qui, a ridosso delle province del Gansu e del Sinchuan che abbiamo i primi incontri con i nomadi tibetani ( drok-pa ). Dediti all' allevamento del bestiame, conducono una vita vagabonda sotto le tende. Al contrario, le comunità sedentarie dei rong-pa hanno adottato un sistema di vita noto come transumanza: solo alcuni pastori salgono con il bestiame ai pascoli estivi mentre la maggior parte della popolazione rimane ai villaggi per dedicarsi all' agri. Nella solitudine dell' infinito deserto d' erba ci appaiono alcune tende dei nomadi. I tibetani posseggono due tipi di tenda: il quadrato telo nero ( ba ) e la tenda bianca estiva ( gur ), decorata con i simboli di buon auspicio ( tashi takgye ), utilizzata per i picnic o durante le festività. Ci fermiamo: subito veniamo invitati all' interno e fatti accomodare su pelli di montone. Una donna con un bimbo sulle spalle ci offre il tipico té tibetano e una ciotola di tsampa. L' atmosfera è allegra; intorno a noi una fiumana di bimbi con vestiti sudici che odorano di fumo incuriositi ci sorridono timidamente. La gente gode del senso dell' amicizia, dei forti legami familiari e di una profonda fede buddhista. Alla base dello stile di vita dei tibetani c' è la semplicità non la povertà. Il punto mediano della tenda, che è anche il centro della vita famigliare, è dotato di una stufa d' argilla, il cui fumo esce attraverso un' apertura circolare ( kung: cielo ), chiusa solo in caso di forti piogge o

Ogni regione vanta i festival delle corse di cavalli, adornati con le variopinte sciarpe portafortuna.

nevicate. La casa dei drok-pa viene collocata dove si trova un buon pascolo; dalla pastorizia traggono quasi tutto il necessario per la loro sussistenza. I nomadi, il cui nome deriva dal greco e significa, « colui che si sposta in cerca di pascoli », hanno una stretta interdipendenza con la popolazione sedentaria: latte, burro, yogurt, pelli vengono scambiati con i prodotti della terra e altri oggetti. Oggigiorno questa vita errante si è molto affievolita. L' industrializzazio, la costruzione di strade e di centri abitati, la prepotenza cinese che assegna le zone più fertili all' ar cinese, alle fattorie di Stato e ai coloni, l' obbli alle diverse famiglie di separare i pascoli gli uni dagli altri con chilometri di recinzione di filo di ferro, impediscono ai nomadi di circolare liberamente come fecero per secoli i loro antenati.

Un proverbio tibetano dice: La religione migliore viene da U-Tsang ( Tibet centrale ), gli nomini migliori dal Kham ( Tibet orientale ) e i cavalli migliori daU' Amdo ( Tibet settentrionale ). Ma l' animale più prezioso per i nomadi tibetani rimane lo yak, un bovidé dal pelo folto e ispido, dalle zampe corte e robuste il cui peso

La caratteristica principale delle sconfinate praterie dell' Arrido è costituita dalle tende dei pastori nomadi.

Les tentes des bergers nomades, emblème des infinies prairies de l' Amdo.

Chaque région s' enor de ses courses de chevaux, des fêtes pour lesquelles les animaux sont décorés d' écharpes porte-bonheur multicolores.

Alpinisme et autres sports de montagne Ultimi controlli prima della partenza.

a < può essere più di una tonnellata. La femmina del yak ( dri ) fornisce un latte ricco di grassi e proteine dal quale si ricava un saporito yogurt ed il burro che, oltre ad essere un ingrediente per insaporire il té, viene utilizzato nella concia delle pelli con cui si confezionano cinghie, stuoie, sacchi, stivali, imbarcazioni leggere e bruciato nelle lampade votive poste sugli altari dei monasteri. Il sangue dello yak impastato con acqua e sale fornirà dei pani solidificati che verranno mangiati fritti o bolliti. Corna e coda saranno dei potenti amuleti contro i demoni. Lo stereo, una volta essicato, sarà un eccellente combustibile. Tessendo la lana si fabbricheranno solidissime tende capaci di riparare dal freddo più intenso e di resistere contro le bufere che infuriano nell' al tibetano. Ma la lana servirà pure per confezionare coperte, tessuti, stuoie, sacche, funi e stivali.

Come in una fiaba

II territorio è un susseguirsi di montagne intervallate da alpeggi e valli scavate dal fiume. La carrozzabile si arrampica da una collina all' altra. Bianche e carnose stelle alpine e fiori multicolori tingono di vivaci colori i pascoli. Il panorama è superbo. Un intenso sole varca la spessa coltre di nubi. All' improv, nel bel mezzo di una conca, circondata da una verde pineta e da sinuose colline ci appaiono i tetti luccicanti della cittadina monastica di Taktsang Lhamo ( Langmusi ). Gemma di inviolata bellezza, pare uscita da una stampa medievale e ancora incontaminata dalla Cina e l' Occidente. Tutto è intriso di Ultimes contrôles avant le départ.

profonda religiosità; ci pare d' essere stati proiettati in un' altra dimensione fuori dal tempo. Qua e là, sparsi sulle colline, bianchi stendardi scintillano nella luce del sole. Centinaia di pietre di ogni forma e dimensione invadono il panorama. Ammassate fino a formare muretti, vi sono incise immagini sacre o mantra. Ovunque si trovano i chorten, le strutture più caratteristiche della religione lamaista; sono costruiti per accogliere le reliquie dei grandi maestri spirituali. Frotte di monaci dalle guance rosse come ravanelli, avvolti nelle loro tuniche color purpureo, ci circondano. Vogliono tutti una foto del Dalai Lama. Come Tsongkhapa ( 1357-1419 ), riformatore e fondatore della setta dei Geluk-pa ( « i virtuosi », o I nomadi spesso scendono dai loro alpeggi per il commercio e per svagarsi nelle squallide cittadine cinesi.

Attraverso l' aspro territorio collinoso della contea di Tsigortang, un affluente del Fiume Giallo scorre si-nuoso portando prosperità alle comunità sedentarie dei rong-pa.

Dans l' aride paysage de collines du comté de Tsigortang, les méandres d' un affluent du Fleuve Jaune apportent la prospérité aux communautés sédentaire des rong-pa.

berretti gialli ), il 14 mo Dalai Lama, Tenzing Gyatso è nato nell' Amdo, regione evocata nei testi sacri come il « Regno della Sapienza ». Schiere di scintillanti mulini di preghiera bordano le viuzze, le strade ammorbano di cavallo, burro di yak e incenso. Un veloce torrente segna il confine fra la provincia del Gansu e quella del Sinchuan, dividendo i due monasteri appartenenti entrambi alla Scuola dei Berretti Gialli. ììgompa di Gerda, nel Sinchuan, fu edificato nel 1413. In passato ebbe una grande influenza nella regione. Le entrate dei templi sono abbellite da una serie di dipinti murali dai vividi colori. La ruota della vita raffigura i regni della rinascita, dise-

Les nomades descendent souvent de leurs pâturages pour se livrer au commerce et se distraire dans les misérables petites villes chinoises.

gnate secondo le sacre scritture. Solo chi conosce la parola del Buddha può sfuggire al ciclo delle rinascite, trovare l' illuminazione e raggiungere il nirvana. I guardiani della legge, i Lokapala, re dei quattro punti cardinali, prottegono il buddhismo. Ogni immagine è rappresentata secondo regole definite con meticolosità nelle scritture. Anche le sale interne, avvolte nella penombra, risplendono di tinte. Le pareti sono ricoperte minuziosamente da affreschi che ritraggono le innumerevoli divinità del ricco pantheon buddista. Decine di lanterne alimentate dal burro di yak, sciolto in minute ciotole d' ottone, risplendono davanti a un altare saturo di offerte votive. Le statue raffiguranti le differenti divinità vengono venerate nei templi e onorate durante le molte cerimonie. L' incenso si diffonde in ogni angolo della sala dove nel mezzo, in più file contrapposte, i monaci siedono a gambe incrociate oscillando avanti e indietro al ritmo delle loro preghiere. Seguendo la tradizione, molte famiglie mandano uno dei figli in un ordine monastico.

La fine di un sogno

II mare d' erba che si estende a una ventina di chilometri da Langmusi mise a dura prova anche l' eser dell' Armata Rossa durante la Lunga Marcia. La realtà selvatica di questa terra paludosa, la pioggia

Alpinisme et autres sports de montagne « Qui tutto è natura », scriveva Giuseppe Tucci, il maggior orientalista italiano, « l' uomo scompare come in una pittura metafisica ».

« Ici, tout est nature; l' horn disparaît comme dans une peinture métaphysique », écrivait Giuseppe Tucci, le plus grand orienta-liste italien.

Gli altipiani dell' Arrido sono costituiti per lo più da pascoli, ma dove c' è l' ac vengono coltivati cereali, verdure varie e alberi da frutta.

Les hauts plateaux de l' Arrido sont constitués en majorité de pâturages; mais là où il y a de l' eau, on cultive des céréales, divers légumes et des arbres fruitiers.

Alpinisme et autres sports de montagne Molti nomadi hanno abbandonato i loro focosi cavalli, « veloci come il vento », per adottare le tipiche biciclette cinesi a una marcia sola.

intermittente e il gelido vento sfinirono e decimarono molti uomini. Il panorama è poco diverso da quello che videro i primi esploratori giunti fin qui. Nei loro diari vengono descritte le medesime sterminate distese erbose spazzate dai venti dove l' uni presenza umana è quella dei pastori nomadi. La sconfinata prateria è interrotta solo da una striscia sterrata e tortuosa. Pedaliamo ininterrottamente in un paesaggio avvolto da una spessa nebbia, dove è difficile individuare il confine netto tra terra e cielo, sotto una pioggia torrenziale, in uno scenario vuoto, impressionante, senz' anima viva. Ad un tratto veniamo investiti da un' acquazzone. L' impressio massa di gelida acqua, la morsa implacabile del fango e le forti raffiche di vento che schiaffeggiano senza interruzione questo remoto luogo, non ci danno tregua. Dopo una settantina di chilometri di desolazione, allineate lungo la carreggiabile, intravediamo migliaia di tende nere incombere sul deserto erboso come sinistre ombre.

Ed è proprio qui che inizia la minaccia più grande del nostro itinerario. Veniamo assaliti da branchi di mastini tibetani, mostruosi cani, assai robusti e dall' aspetto malsano, in particolare per la bava alla

De nombreux nomades ont abandonné leurs fougueux chevaux, « rapides comme le vent », pour adopter le vélo chinois typique, à une seule vitesse.

bocca e la moltitudine di ciocche di pelo che si staccano dalla folta pelliccia. Veniamo rincorsi e accerchiati più volte. Utilizziamo le bici come scudo, ma queste spietate bestie non sono per niente intimorite e digrignano i denti lanciando rabbiosi latrati come se ci volessero dilaniare. Pedalare in queste condizioni è una vera tortura e siamo ben contenti di essere accolti all' interno di una tenda dove troviamo ospitalità. Il codice d' ospitalità dei nomadi è molto radicato; ci viene offerta una bollente tazza di té che beviamo con gusto. Seduto accanto a me, un anziano tibetano ci osserva con uno sguardo benevolo facendo scivolare fra le dita i grani del suo rosario e mormorando a bassa voce la sacra invocazione: « Om mani padme um ( Om, il gioiello del loto ) ». Dopo quattro ore di animate conversazioni, risa e scherzi ci congediamo da queste fantastiche persone. Gli ultimi chilometri li faremo approfittando del passaggio offertoci dal camion del latte. Io, seduta in compagnia di tre cinesi all' interno della cabina, e Werner, in piedi sul cassone dell' autocarro, sotto l' acqua scrosciante. Raggiungiamo Zoige, squallida città cinese, le cui ampie strade e le abitazioni sono identiche a quelle di tutta la Cina. Qui decidiamo di non continuare il viaggio verso Chengdu, per non mettere a repentaglio le nostre vite, e di far ritorno a Lanzhou.

Ï abanes et bivouacs ifugi e bivacchi on Hütten und Biwaks

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