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Valle di Malvaglia

Remarque : Cet article est disponible dans une langue uniquement. Auparavant, les bulletins annuels n'étaient pas traduits.

9xDi Bruno Legobbe

( Biasca ) Ma restiamo in quel di Malvaglia, in quella valle in cui, a differenza di tante altre, la vita si svolge ancora durante tutto l' anno negli abituri alpestri. Questa vita però si polarizza tutta, si può dire, nella parte inferiore della valle. L' abitato più settentrionale è Dandrio, a 1212 metri sul livello del mare, sito nel fondovalle al punto in cui la valle si restringe e continua verso il nord. È un gruppo di case, parte di legno, parte di muratura, inondate dal sole, poste sopra un dosso tra un groviglio di massi tutt' intorno ai quali vengono coltivati dei minuscoli campi di segale e di patate, oppure degli orticelli lillipuziani. Siamo ancora come ai tempi in cui, or fa quasi un secolo, Luigi Lavizzari rilevava che la « terra si trova minutamente spezzata, talmente che, parrà favoloso il dirlo, la superficie di un campo non eguaglia talvolta l' ampiezza di una camera o di un lenzuolo ». E non v' era esagerazione: ma il peggio è che la situazione è tuttora quella di un secolo fa e nessun progresso si è compiuto. In condizioni simili la vita assume ancora certi aspetti assai primitivi. Le case son vecchie bicocche di legno annerite dal fumo e dagli anni, dalle finestrelle strette attraverso le quali filtra poca aria e poca luce. Nell' interno l' abitazione è molto primitiva: un locale a mo' di cucina, col focolare arcaico in un angolo — e molte volte il fumo non ha sfogo che attraverso la porta e le finestre — un altro locale per dormire ed è tutto. Vita dura quindi, vita grama e stentata che spinge gli abitanti ad emigrare, a recarsi ali' estero in cerca di miglior fortuna.

Questo è generalmente il tenore medio della vita della valle. L' economia è rappresentata unicamente dall' agricoltura che, come abbiam visto, vegeta in condizioni molto stentate. I trasporti si fanno a dorso d' uomo o a dorso d' asino; la viabilità è, in questi ultimi anni, sensibilmente migliorata grazie ad una nuova strada costruita recentemente che segue il fondovalle sino a Dandrio per allacciarsi ad un tronco, che risale il versante destro, costruito alcuni anni or sono dagli studenti del Politecnico, che mette fino a Dagro.

La popolazione si concentra nel fondovalle e sul versante destro nei diversi abitati posti laddove migliore è la carezza del sole e più adatti i terreni per le coltivazioni tradizionali della segale e delle patate e per la produzione del fieno.

Sul fondovalle, oltre Dandrio, vi è Madra, l' agglomerato più importante della valle. Giace alla confluenza dell' Orino, il rivo principale, e del ruscello che esce dalla valle che si apre a levante del villaggio e che è detta appunto la Val Madra, la quale risale ripida e boscosa culminando con la Cima dei Cogni, il Fil di Revio e il Pizzo di Pianasso.

Le case di Madra sono ammucchiate le une contro le altre e separate da stretti vicoli; il tipo di queste abitazioni varia da quello delle altre frazioni, in quanto, generalmente, invece di ospitare due famiglie, ogni casa ne ospita una sola. Poco sopra il paese s' allinea una fila di costruzioni rustiche, le torbe, specie di grotti ove si conservano i raccolti.

Die Alpen - 1947 - Les Alpes13 Attorno al paesello, che d' inverno non è più abitato, son campi di segale e di patate. Con la segale ci son le rascane, le quali sono ritte nei pressi delle case. E con la segale e le rascane non manca il mulino ed il forno i quali, ormai, non sono in funzione che durante qualche giornata ali' anno.

Si nota pure qualche albero da frutta vecchio e trascurato. In mezzo al villaggio una chiesetta spinge un umile campanile un po' al di sopra dei poveri tetti delle case: la chiesuola è bella ali' interno e vanta parecchi buoni dipinti. Tutto, lassù, rinvia il pensiero ai tempi del passato in cui Madra era il centro di un piccolo mondo pulsante di vita. Oggi, lentamente, inesorabilmente, la vita se ne va, scende nell' imo della valle, l' abbandona, si concentra nelle città mastodontiche, rumorose, piene di tedio e di fumo...

Tre altri piccoli abitati sorgono lungo la strada del fondovalle: Ponterio, poche case e stalle di spesso abbandonate e ora, ali' arrivo della teleferica, un grotto caratteristico e uno « chalet » in legno di accogliente aspetto.

Serciale è un altro piccolo agglomerato che serve da stazione intermedia ai montanari, e Ponte Cabbiera è il terzo composto da un' osteria e un paio di abituri ali' imbocco della selvaggia e bellissima Val Combra.

Oggi, la vita della valle si svolge però più intensa negli abitati che sorgono in alto, sul versante destro, che si trovano in una posizione più favorita, dispongono di buoni terreni sui terrazzi laterali e godono del prolungato tepore del sole in ogni stagione dell' anno: Dagro, Chiavasco, Ascona, Anzano, nomi che ricordan lontane origini liguri o che portan, comunque, l' impronta arcaica della parlata locale.

Ê indubbio che il maggior sviluppo demografico della valle si sia iniziato nel XVIII secolo per culminare ali' inizio del secolo scorso come lo mostran le numerose date che si trovano incise sulle diverse case.

Questi che abbiamo esaminato sono i vari aspetti della valle. Ma ali' alpi interessano le vette: e il complesso di vette che coronano la Valle di Malvaglia è imponente e tale da soddisfare un po' tutti i gusti.

Tutto il lembo nord-occidentale della valle à dominato dal gruppo del Simano. Spiccano in questo la vetta occidentale ( Q. 2583 della carta Siegfried ), la Cima di Ganna Bianca ( Q. 2846 ), la Cima di Ganna Rossa ( Q. 2788 ) e la Cima di Piancabella ( Q. 2676 ). Queste vette offrono un magnifico panorama e vale invero la pena di ascenderle fosse solo per il meraviglioso colpo d' occhio che, data la posizione centrale del gruppo, si ha su tutte le montagne circostanti. Il gruppo dell' Adula si può ammirare in ogni particolare, il gruppo del Torrone, la valle del Ticino, i gruppi della Verzasca, del Lucomagno, di Medel e dello Scopi, quello del Campo Tencia stagliano contro il cielo azzurro le loro masse imponenti mentre, lontano, nell' atmosfera violacea, spravvanzano cento e cento vette. Una cresta degrada a nord del Simano verso la bocchetta di Guarnei, e conta le vette del Sasso di Casseo e dell' Uomo di Sasso, non difficili da ascendere ma, quest' ultima specialmente, abbastanza interessanti.

AH' estremo nord della valle s' erge maestosa ed imponente l' Adula che affaccia una parete alta e dirupata. Coi suoi 3406 metri di altitudine è la sommità più alta non solo tra quelle che dominano la Val di Malvaglia, ma di tutte le Alpi ticinesi. Scendendo poi sul versante orientale notiamo La Loggia ( m. 3077 ) e il Pizzo Cramorino ( m. 3129 ). Questo è, per così dire, il pilone orientale dell' anfiteatro di vette che circonda l' alta valle, ai piedi del quale s' apre la prima convalle laterale, la Valle di Giumello, dominata dal Vogelberg ( m. 3220 ), dal Rheinquellhorn ( m. 3200 ), dal Poncione della Frecione ( m. 3206 ), dal Poncione della Parete ( m. 2980 ) e dal Fil Rosso ( m. 3163 ). Due valichi mettono, da Giumello, oltre la corona dei monti: uno è costituito dalla depressione che sta tra il Rheinquellhorn e il Poncione della Frecione ed è il Passo dello Zapport, che si eleva a ben 3090 metri di altitudine e che scende sul ghiacciaio e nella valle omonimi e mette a Hinterrhein. L' altro trovasi a sud del Poncione della Frecione e valica la cresta sui 3000 metri circa; mette ali' Alpe di Stabbio nell' alta Val Calanca.

La seconda convalle laterale, la Val Madra, che si apre al sud-est dell' abitato omonimo, è coronata dalla imponente Cima dei Cogni ( m. 3066 ), dal Fil di Revio ( m. 2841 ), dal Pizzo di Pianasso ( m. 2830 ) e dal Pizzo di Caldoggio ( m. 2663 ). Il sentiero che sale da Madra ali' Alpe di Ciavasco ed all' Alpe Rotondo, mette in direzione nord-est al Passo di Revio e, verso sud, ad una depressione che sta al punto di contatto della Val Madra con la Val Combra e che costituisce il Passo di Remolasco. Ambedue questi valichi portano in Val Calanca e quest' ultimo, specialmente, assolse un compito storico ser-vendo a mantenere una appartata ma sicura via tra la Mesolcina e le alte vallate ticinesi nei diversi periodi in cui i Signori di Sacco, per grazia di Federico II dapprima ( 1220 ) e, più tardi, nel' 400, ad opera di Alberto III de Sax riuscirono a dominare la Leventina e la Val di Blenio.

A sud della Val Madra si stende, parallela, la Val Combra che ricordo d' aver scoperto una volta nel lontano mattino di un tardo maggio con un senso di sconfinata ammirazione per quella che vorrei chiamare la « montagna pura », non toccata o contaminata dalla presenza dell' uomo. Stretta, incassata, rupestre, coronata dalla folta chioma degli abeti neri, oltre i quali svettan le cime del Remia ( m. 2917 ), del Pizzo delle Streghe ( m.2915 ) e del Pizzo Drosetto ( in. 2403 ), essa sembra una creazione irreale nella quale l' uomo penetra per la prima volta. Il fondo è devastato dalle valanghe sotto le quali romba il torrente. Questa è la prima impressione che riporta chi vi entra per la stretta fessura che costituisce l' imbocco della valle a Ponte Cabbiera. Più su s' incontrano alcuni casolari e più in alto ancora le baite mise-rabili degli alpi di Padella, di Caldoggio e di Albis. Al sommo della valle, a nord di Pizzo Remia, il sentiero s' incontra con quello che sale da Madra e scende sull' opposto versante di Val Calanca attraverso il Passo di Remolasco già ricordato poc' anzi. Ad ovest del Pizzo delle Streghe, sotto il quale sta il ghiacciaio di Padella, la lunga cresta digrada fino al Passo di Borgeno per il quale si passa in Val di Pontirone. L' ultima convalle laterale della Val di Malvaglia è la Val Biasagno: una stretta fenditura che s' apre sul versante sud, ali' imbocco della valle e che è dominata dal Pizzo Crico ( m. 2236 ). Erta, dirupata, boscosa e selvaggia: è tutto quanto si possa dire della Val Biasagno la quale invoglia ben pochi a tentarla.

, VALLE DI MALVAGLIQuesta, ch' io ho per sommi capi descritta, è la Val di Malvaglia, la più importante ed estesa tra le convalli laterali del Ticino.

Tale è la valle quale io rividi, sotto il dorato bacio del sole, in un sereno mattino di primavera, nella luce quasi irreale della vita che rinasce piena di speranze e feconda di dolci promesse...

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