Guglie di gneiss e vene di dolomia

Temuta in ugual misura da contribuenti e ingegneri civili, una vena di bianca dolomia dalla consistenza zuccherina si snoda dal Passo della Greina alla Binntal nell’Alto Vallese, passando dal Passo del Lucomagno, dalla Val Piora e dai dintorni del Tremorgio. Chi sente tra le dita questa caratteristica roccia bianca in corrispondenza del Passo Campolungo può immaginarsi come mai abbia messo in crisi gli ingegneri della galleria di base del San Gottardo. A Faido, circa 3 chilometri all’interno della montagna, era stata programmata una cosiddetta stazione multifunzionale, un labirinto di caverne, tunnel e cunicoli di ventilazione, con stazione ferroviaria nella roccia e intersezione dei binari. Tuttavia, a causa di uno strato spesso diverse centinaia di metri di dolomia bianca, polverosa e friabile, è stato necessario spostarsi, rallentando il progetto e spendendo oltre 100 milioni di franchi in più rispetto al previsto. «Chi costruisce sul Gottardo sa di avere a che fare con il diavolo», ha spiegato l’ex consigliere federale Moritz Leuenberger all’inizio dei lavori. Dal punto di vista dell’escursionista, però, le vene dolomitiche sono tratti paesaggistici spettacolari.