A volte capita che tutto vada per il meglio: la via, il tempo, e una volta su, in un luogo che piú magico neppure te lo puoi immaginare, ecco anche una piccola e ospitale capanna. Ha un nome curioso, Wiwanni, e la valle lungo la quale la si raggiunge è senz’altro una tra le piú belle delle Alpi bernesi: la Baltschiedertal. Cosí si chiama anche la via ferrata, attrezzata negli anni 1990 da Egi Feller e dalle guide suoi colleghi. Una via che, con la sua linea logica e disadorna si inserisce impeccabilmente nella grandiosità dello scenario. Ripida, presso la grande torre anche molto aerea. A inizio estate, la costola di terreno lungo la quale la ferrata si snoda è un unico mare fiorito – e man mano che si sale, lo scenario della Baltschiedertal si rivela sempre piú splendido. Ma la percorrenza di questo selvaggio fossato è ben piú di un’impressionante esperienza di montagna. Da solo, l’accesso già rappresenta una piccola avventura: segue infatti la «Niwärch», una delle numerose bisse vallesane, lungo le quali l’acqua dei ghiacciai raggiungeva i campi attorno ai villaggi. Ancora all’inizio del XX secolo, il numero di queste vie d’acqua superava era superiore a 200, per uno sviluppo totale di 1750 chilometri! Molte sono da tempo abbandonata, ma intanto l’importanza di questo patrimonio culturale è stata riconosciuta. Negli ultimi anni, numerose bisse sono perciò state oggetto di interventi di restauro dolce.