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Decidere meglio: si può imparare Decidere meglio nelle escursioni con gli sci grazie al nastro «+uno»

Idealmente, nelle escursioni invernali, per ben decidere usiamo tutte le nostre facoltà: conoscenze, tecnica – e la nostra psiche. Proprio quest’ultima è spesso sottostimata, in quanto l’approccio ad essa è difficile da educare. Ecco allora il nuovo metodo del «+uno», sviluppato dagli autori di questo articolo.

Condizioni, terreno, uomo: sono questi i tre fattori su cui si basa il comprovato metodo del 3×3 per la valutazione delle valanghe. Le conoscenze in merito a condizioni e terreno sono molto ampie, grazie a decenni di ricerche e innumerevoli test condotti da specialisti, che hanno contribuito alla formazione. Per quanto concerne il fattore umano, però, il ghiaccio si fa più sottile. Qui esitano anche gli specialisti: nel campo dei fattori psicologici e della loro ottimizzazione vi è ancora ampio margine per nuove conoscenze. E le conoscenze ed esperienze di cui disponiamo sono difficili da applicare (vedi anche «Le Alpi» 2/2010).

Al fine di imparare a gestire il proprio fattore umano abbiamo fatto ricorso a un comprovato approccio della consulenza psicologica, dal quale abbiamo sviluppato uno strumento in grado di funzionare anche a dieci gradi sottozero in una tormenta di neve. «+uno» è destinato agli sciescursionisti che già dispongono delle conoscenze fondamentali in relazione alle valanghe.

Passo uno: conoscere la forma migliore

Esattamente come la forma fisica, anche la forma decisionale è soggetta a variazioni. Lo sappiamo benissimo: in determinati giorni, decidere bene è facile; in altri, no.

Con «+uno» si impara innanzitutto a conoscere la propria forma migliore e il modello delle proprie escursioni di maggior successo: Quali sono le tre migliori decisioni sulle valanghe mai prese? Come ci si è arrivati? Come si osserva la sera che, in relazione al rischio, si è trattato di una giornata invernale adeguata? Tanto riuscita e adeguata da volerla ripetere? Le risposte a domande come queste aiutano a sviluppare la migliore forma psichica individuale – lo stato ideale dal quale trarre a lungo termine buone decisioni.

Lo stato ideale è caratterizzato dalla capacità di trasformare in comportamenti tutte le proprie conoscenze, esperienze e sensazioni relative alla neve. Senza per questo essere influenzati da meccanismi psicologici quali la pressione del gruppo, lo stress, l’ostinazione per la destinazione o l’euforia. E senza incorrere in false percezioni (vedi riquadro).

Passo due: conoscere la forma attuale e i modi per migliorarla

La propria forma migliore corrisponde al massimo in una scala da uno a dieci. Una scala sotto forma di un nastro di tessuto aiuta ora a valutare la forma attuale a confronto di quella migliore.

Ma ancora non è tutto: l’obiettivo è di poter costantemente migliorare la forma attuale. Questo perché, diversamente dalle condizioni esterne, il fattore umano può essere influenzato. A tale scopo, abbiamo consapevolmente o inconsapevolmente a disposizione numerose possibilità. Per fare esattamente questo, molti ricorrono quotidianamente a immagini, parole, movimenti, supposizioni, rituali, spesso senza esserne direttamente consapevoli. Chi di noi, lavandosi le mani, non si è intenzionalmente sorriso allo specchio, senza per questo avere alcunché di cui ridere?

I trucchi utili per le escursioni con gli sci vengono annotati e sperimentati. Esattamente come lo sportivo agonista che, con il crescere dell’esperienza «sente» quali movimenti e pensieri gli sono ancora necessari per raggiungere la miglior concentrazione mentale poco prima della partenza.

Passo tre: migliorare la forma attuale

Con il terzo passo, conoscenze e strategie vengono sperimentate nel corso delle escursioni e se ne fissano i successi. Da qui in poi, il nastro «+uno» dovrebbe aiutare a tenere sott’occhio e ad accudire la propria forma psichica durante la pianificazione della gita, alla partenza e prima di ogni decisione.

Se questo riesce, si potranno ottenere risultati migliori a tutti i livelli del metodo 3×3 – e la sera, rivivere una magnifica giornata invernale.

Percezioni errate...

... possono influenzare inavvertitamente le decisioni. Proprio per questo, la conoscenza serve a poco. Una forma decisionale allenata e positiva si contrappone alle influenze fuorvianti, quali p. es.:

familiarità con il terrenoostinazione verso una metadesiderio di riconoscimentofiducia in un (presunto) espertofalsa sicurezza dovuta alla presenza di altri gruppi– occasione rara (p. es. un pendio vergine)

Una buona decisione...

... poggia su fondamenta ampie. Idealmente, a tale scopo utilizziamo tutte le nostre facoltà umane: testa (pensiero, intelletto), pancia (inconscio, memoria empirica intuitiva) e mano (tecnica, strumemti, check list). Negli ultimi anni, il valore della «pancia» è oggetto di attenti esami, che mostrano come l’influenza sui processi decisionali dell’inconscio sia sottovalutata, mentre è sopravvalutata quella dell’intelletto.

Il metodo «+uno»

Il metodo «+uno» è uno strumento per raggiungere il miglior stato decisionale possibile. Idealmente lo si esercita con una persona che già lo conosce bene, ma un gruppo può compiere l’esercizio anche senza conoscenze preliminari con l’aiuto di una guida. Sono consigliate escursioni di almeno 2-3 giorni consecutivi. Il seguente materiale informativo può essere scaricato presso il CAS:

1. Manuale per il passo uno: aiuta a scoprire, assieme a qualcuno che già conosce lo strumento, come fare le cose giuste in una giornata invernale adatta.

2. Fact sheet per il passo due: riassunto della prima fase. Descrizione della forma personale migliore, cinque domande di coaching sul cammino, tre domande di valutazione.

I documenti sono disponibili in lingua tedesca all’indirizzo http://www.sac-cas.ch/unterwegs/sicherheit/alpin-merkblaetter.html.

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