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Il supplemento Covid fa discutere

In merito al supplemento di 10 franchi per i pernottamenti in capanna

Di recente abbiamo compiuto una splendida gita con gli sci nella zona del Forno. In capanna c’erano talvolta altri due o tre gruppi, altre volte eravamo soli. Siamo stati accolti molto cordialmente e vitto e soggiorno erano eccellenti.

Nel conto del mio gruppo era però stato aggiunto un supplemento Covid-19 di 10 franchi a persona e notte che mi ha sorpreso. Con questo il costo della mezza pensione passa da 70 a 80 franchi. In un colloquio molto aperto, il custode ha sostenuto che andava attribuito all’occupazione singola degli spazi letto assegnati, alle restrizioni legate alle misure contro il virus e al calo delle entrate. L’informazione era stata pubblicata anche nel sito web, aspetto che avevo trascurato avendo prenotato i posti telefonicamente. Ovviamente, abbiamo pagato l’importo senza alcun reclamo. Non era il caso.

Dopo che ebbi spiegato al mio gruppo la situazione, tra gli ospiti la discussione sul senso di simili supplementi è subito iniziata.

Anche se il sovrapprezzo non rappresenta sicuramente un problema per le persone sole, per una famiglia con dei figli la quota da sborsare in più risulterebbe invece piuttosto importante.

Come custode di una piccola capanna privata, un supplemento per il coronavirus non sarebbe mai un argomento, neppure se, al pari dello scorso anno, quest’anno abbiamo dovuto ridurre i posti letto di più o meno la metà.

Ritengo però anche che, con le famiglie di custodi altamente motivate, giovani e impegnate, in questi tempi difficili i dirigenti responsabili delle sezioni del CAS dovrebbero trovare altre soluzioni, come per esempio possibili adeguamenti a breve termine dei contratti di locazione. Si garantirebbe così il reddito dei custodi senza ricorrere a simili supplementi, secondo me inutili.

Queste soluzioni, per quello che producono, generano solo molte discussioni inutili ai tavoli e tra i visitatori. E questo, sebbene senz’altro finanziariamente sostenibile per l’ospite, offusca le splendide esperienze connesse alle gite e ai soggiorni in capanna, ma anche i ricordi che ci si porta a casa. È un peccato che rimangano fissi in testa al posto delle belle storie da raccontare. Quando poi un collega ti chiede, «Come è stato?», quella è senz’altro la prima cosa che ti verrà alla mente.

Rendiamo omaggio ai custodi delle capanne per gli sforzi supplementari che prodigano consumando più generosamente del solito la loro ottima cucina e le bevande. E la sera, preferisco senz’altro un ultimo giro di grappa parlando delle esperienze in montagna passate e future, piuttosto che discutere sul senso o meno dei supplementi Covid.

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