La differenza è nella discesa | Club Alpino Svizzero CAS
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Nello scialpinismo agonistico la discesa è diventata un elemento essenziale.

Se la condizione fisica è e rimane sempre una garanzia di performance nelle competizioni di scialpinismo, per coloro che aspirano ai primi posti la tecnica di discesa è diventata imprescindibile. «Non è più possibile vincere una prova di coppa del mondo senza essere un buon discesista», conferma Yannick Ecœur, membro della squadra nazionale. E aggiunge: «Se non c’è necessariamente molto da guadagnare, quelli che non padroneggiano alla perfezione questo aspetto hanno per contro molto da perdere.» Neppure Tony Sbalbi, il nuovo allenatore della squadra nazionale, riesce più a immaginare un atleta di alto livello che non sia al tempo stesso un discesista brillante: «Ho conosciuto le gare durante le quali si prendevano tre gel energetici. Poi ci si accontentava di uno solo e alla fine non si assumeva neppure più quello per non perdere tempo. In un contesto simile, è facile immaginare come alcuni secondi in discesa possano chiaramente fare la differenza.»

 

Ancora nessuna preparazione specifica

Attivo nelle competizioni di sci alpino fino all’età di 16 anni, Yannick Ecœur conferma che il suo passato gli è oggi molto utile. In modo particolare nello sprint, dove è in effetti spesso possibile superare un avversario durante la discesa. «Gli scarti sono sempre più ridotti, per cui non bisogna trascurare nulla. Lungo il percorso ci sono delle porte, e bisogna saperle passare come uno slalomista per guadagnare secondi preziosi. Se ancora non esiste una preparazione specifica alla discesa per i giovani, penso che ci si dovrà arrivare.» Il vincitore della PDG 2010 osserva inoltre che i competitori che non padroneggiano questo aspetto sono più spesso vittime di cadute e rotture di materiale che possono portarli all’abbandono della gara.

 

Sci più maneggevoli

D’altro canto, il materiale si è evoluto proprio in questo senso, facilitando la sciabilità. Da alcuni anni i fabbricanti hanno saputo produrre equipaggiamenti più leggeri del peso limite imposto, cioè 750 grammi. E ciò che si è riusciti a guadagnare sugli attacchi permette oggi di ridare un po’ di massa alle doghe per renderle più maneggevoli. «Mi succede di prendere il mio materiale leggero per un pomeriggio in pista con gli amici. L’interessante è che in poche ore riesco ad accumulare più di 5000 metri di dislivello in discesa, mentre con le escursioni ci vorrebbe quasi una settimana.»

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