La panca del vecchio | Club Alpino Svizzero CAS
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La panca del vecchio

Hinweis: Questo articolo è disponibile in un'unica lingua. In passato, gli annuari non venivano tradotti.

Di Conrad Ferdinand Meyer. Traduzione di H. R. Landolt.

Un giorno me n' andai per una valle Molto lontana dalle vie del mondo, Al ciel vicina; sovra l' erto calle Di falci udivo un risuonar giocondo

Pei prati alla seconda mietitura. Fiume di ghiaccio, ripe di macigni Al sol pomeridiano dall' altura Pendevano e lucevano azzurigni.

Ad un villaggio infine io pervenni: Trovai le povere casucce aperte;

I monti torreggiavano solenni; Io m' aggirai per viottole deserte.

Solingo ed accasciato sopra un banco Dinanzi all' abituro suo trovai Un vecchierello dallo sguardo stanco Perduto nel bagliore dei ghiacciai.

Chiusa la fronte nella man, talvolta

Rivedo quell' azzurro luccicor

Velato, sotto la serena volta,

E tutto assorto io vedo il vecchio, ancor.

Non è che un sogno: ormai sarà partito Carico d' anni; nella quiete immota Della sua tomba giacerà sopito E la sua panca, ora, sarà vuota.

II sangue sano sentomi gagliardo Ancora nelle vene rifluir;

Un dì m' accorgerò, come il vegliardo, Che la sua calda fiamma vuoi morir.

Allor io m' alzerò, sereno in viso, Tranquillo, pel mio ultimo migrar; Fra le montagne cercherò deciso E quella panca saprò ritrovar!

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