Neve polverosa e «Chäsgetschäder» | Club Alpino Svizzero CAS
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Neve polverosa e «Chäsgetschäder» Escursioni con gli sci da Davos Monstein

Il villaggio valser di Monstein è una frazione del comune di Davos dove tuttavia nulla si percepisce della mondanità della località di cura invernale. Nessun albergo di lusso, niente party per VIP, nessun impianto di risalita. Ma molta natura, e proprio dietro l’abitato iniziano stupende escursioni con gli sci.

«Chiu-chiu, chiu-chiu, chiu-chiu.» Tre taccole volano in cerchio attorno alla cima del Büelenhorn dimostrando impressionanti abilità volatorie. Fa freddo. Molto freddo. Da questa terrazza panoramica, la vista è impressionante. In particolare è la triade dei Pizs da Bravougn ad attrarre l’occhio. Il Büelenhorn è un must per gli amanti dello sciescursionismo scesi per alcuni giorni al Ducan, il solo albergo di Monstein. Pelli applicate, attacchi chiusi, ed eccoci lanciati. Inebriante neve polverosa fino alle baite di Mäschenboden e dell’Inneralp.

 

Una «campana di maglia» oggetto di scherno

Monstein sorge su una terrazza a 1626 metri. Sebbene il villaggio conti appena 180 abitanti, quassù si trova un negozio di alimentari con ufficio postale, due chiese e una scuola riunita.

Quella delle due chiese riformate è una storia a sé. Fino al XVII secolo, i monsteiniani appartenevano alla parrocchia di Glaris, una frazione del comune di Davos, giù a valle. Quando infine ebbero modo di inaugurare la propria chiesa, sembra che una delle sue due campane suonasse tanto sorda che quelli di Glaris si presero gioco di loro dicendo che avevano «an glismati Glogga mit mana hölzerna Hale», una campana fatta a maglia con un battacchio di legno. Le campane furono sostituite solo nel 1885. Ma poiché il vecchio campanile non era in grado di sopportarne il maggior peso, si decise di costruire una nuova chiesa in un luogo diverso.

Case valser riarse dal sole, con i tipici muri tinteggiati in bianco, ornano la drittissima strada principale di Monstein. Altre testimonianze dell’antica cultura valser sono i cosiddetti Spiicher, i granai che a Monstein si presentano diversi, nei quali un tempo i cereali venivano appesi a maturare, quindi trebbiati e immagazzinati. Questi edifici in legno tondi presentano tra i tronchi delle fessure che permettono al vento di arieggiare nel modo migliore queste dispense. Sugli erti pendii verso il Monsteinerbach si coltivavano segale e orzo ancora durante la seconda guerra mondiale.

 

Miniere d’argento abbandonate e visioni alla birra

Ancora più tempo è trascorso da quando, ai piedi del Büelenhorn, si estraeva l’argento. Oggi, del ripido pendio tra Monstein e il vicino nucleo di Jenisberg si è riappropriato il bosco. Non era così, poiché per la lavorazione del minerale si utilizzavano enormi quantità di legname. Menzionata per la prima volta nel 1477, la miniera del Silberberg rimase in esercizio sino alla metà del XIX secolo. Siccome l’estrazione dell’argento non tardò a rivelarsi poco redditizia, ci si concentrò allora sui minerali di piombo e zinco.

Ma torniamo al presente. Oggi, a Monstein, con l’attività mineraria e la coltivazione di segale e orzo non ci si guadagna più da vivere. È diverso con il succo d’orzo. Attorno al volgere del secolo, quattro monsteiniani ebbero un’idea lumi-nosa – o meglio una visione... alla birra: e fondarono l’azienda BierVision Monstein, la più alta birreria della Svizzera. Trova posto al centro del villaggio, in quella che un tempo era la latteria, e conta oggi oltre 1100 azionisti nel mondo intero. I dividendi – due litri l’anno di torbida birra naturale della casa – sono ritirati personalmente dagli azionisti a Monstein. Annualmente, con l’acqua di sorgente locale, il luppolo e il malto bio si producono all’incirca 2000 ettolitri di birra. In collaborazione con altre aziende, a Monstein si producono anche diverse specialità a base di formaggi, carne, pane e cioccolato della zona di Davos.

Mentre la vallata del Landwasser arricchisce Monstein di influenze culinarie. Nella «Veltlinerstübli» viene infatti servito un robusto piatto della Prettigovia: il «Chäsgetschäder», dadini di pane tostati con aglio e cipolla, spenti con il latte e gratinati con del formaggio. Al Ducan si propongono i capuns, i famosi involtini grigionesi, e i pizokel di farina integrale con verdure e formaggio di montagna. Bombe caloriche, che tuttavia si sopportano alla grande pensando al giorno successivo sugli sci.

 

Sulle tracce dei sauri verso il Ducan Dador

Oltre al Büelenhorn, a Monstein si avverte il richiamo del Chrachenhorn e dei due tremila, l’Älplihorn e il Ducan Dador, Gletscher Ducan in tedesco o semplicemente Ducan. Tutte e tre sono montagne magnifiche da sciare.

Lungo la via per il Ducan si cammina in qualche modo su celati tesori dell’antichità. Oggi discosta e alpina, circa 230 milioni di anni or sono questa regione aveva un aspetto del tutto diverso. Quando il Tetis, il mare tropicale, si estendeva tra i continenti primitivi di Pangea e Gondwana, qui prosperavano gli animali preistorici. Nelle vicinanze, i paleontologi del Politecnico di Zurigo hanno rinvenuto a 2700 metri dei fossili ottimamente conservati di diverse specie di pesci e sauri. Ora, però, del clima tropicale di allora non c’è più alcuna traccia. Il termometro segna 18 gradi sotto lo zero. E invece dei fossili, noi cerchiamo la migliore linea di salita. Dalla vetta del Ducan Dador ci guardiamo attorno affascinati. Vediamo anche le due prossime escursioni, l’Älplihorn e il Chrachenhorn, che promettono neve polverosa in quantità. Il Chrachenhorn, in particolare: una destinazione segreta per coloro che amano le discese più ripide.

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