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Piccole montagne, grandi alberi Il volto invernale della Foresta Nera

Dolci invece che ripidi, brevi piuttosto che lunghi: ecco gli itinerari con gli sci della Foresta Nera. A nord di Basilea si scoprono escursioni affascinanti.

Per gli appassionati della montagna della Svizzera settentrionale, la musica echeggia solitamente a sud, dove le Alpi hanno tutto ciò che occorre per far palpitare il cuore. E se da Basilea si varca il confine a nord, al mondo alpino si sono definitivamente voltate le spalle – o quasi. Sì, poiché ben presto ecco apparire delle colline boscose dalle cupole innevate: la mezza montagna più grande della Germania, la Foresta Nera.

Nomen est omen, i boschi non mancano. Ma non solo. Feldberg, Stübenwasen, Toter Mann, Schauinsland: così si chiamano questi fieri cocuzzoli tedeschi che ospitano numerosi scilift. Qui si trova anche la più alta cascata naturale della Germania. Ma: tutto è più piccolo di una taglia. Nelle Alpi, come normalissimo torrente di montagna, la suddetta cascata susciterebbe ben poca attenzione.

Dolce su e giù

Cercare qui l’avventura alpina sarebbe un errore. Le escursioni con gli sci sono brevi, e spesso comportano ripetute salite. Si percorrono boschi ampiamente innevati, si passano colline e avvallamenti, incontrando sempre qualche villaggio con i camini che fumano quieti nel cielo gelido. Gli altopiani sono spesso liberi dal bosco oppure ospitano quantomeno delle radure nascoste. Se poi soffia la bise, solo il lontano panorama delle Alpi ricorda che ci troviamo in Germania, e non in Finlandia.

Qui, la tranquillità è scritta a lettere cubitali. E lo si vede già da lontano. Ad esempio avvicinandosi alla Todtnauer Hütte, che reca sul muro l’invitante scritta «Es ist Zeit einzukehren», è tempo di fare una sosta. Nell’accogliente sala scoppietta un fuoco, e il menù propone piatti gloriosi: minestra di piselli con speck della Foresta Nera, Fleischkäse, spalla di maiale… E quando i fiocchi di neve si posano sulle vetrate delle finestre, la torta Foresta Nera acquista un sapore tutto speciale. La si accompagna con grandi tazze di caffè.

A casa di «Santiklaus» & Co.

Sembra che «Santiklaus» viva nella Foresta Nera assieme al suo asino e allo Schmutzli, il suo oscuro alter ego – o almeno questo è ciò che si racconta ai bambini della Svizzera nord-occidentale. Ma anche coloro che la credenza in queste due figure barbute già l’hanno sepolta negli anni dell’infanzia potrebbero rimanere sorpresi, ricordando improvvisamente quella vecchia storia. Perché ciò che si vive nella Foresta Nera è semplicemente magico: conifere in abito invernale, con grandi cristalli di brina che luccicano sotto il sole e la luna. La quiete e la solitudine assolute fanno dimenticare che ci si trova a soli 50 chilometri da Basilea.

Come sotto una campana di vetro

Non stupirebbe più di tanto, se davvero «Santiklaus» e compagni dovessero fare la loro comparsa. Quantomeno, non è difficile capire perché, secondo la leggenda basilese, queste figure di culto vivano nella Foresta Nera. Quando il sole è basso e gli abeti sono immersi in una luce irreale, ci si sente decisamente più vicini alle foreste nordiche che alla regione industriale tedesca. Che tuttavia non è lontana: il viaggio da Basilea alla Foresta Nera passa per i tipici agglomerati delle zone industriali tedesche, caratterizzati da rivendite automobili e di döner kebap. Nulla suggerisce un’esperienza nella natura. Che tuttavia è così vicina. Come un mondo sotto una campana di vetro, ecco la Foresta Nera, indifferente, ai margini della frenesia mondana.

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