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Portfolio delle Alpi: Cervino La montagna delle montagne

Il Cervino, una montagna monumento. L’immagine ad alta risoluzione lascia indovinare le difficoltà della scalata – e capire perché tanti ne sono attratti.

Poetische Nachtstudien: Der Slowenische Fotograf Nenad Saljic hat sich ins Matterhorn quasi verliebt. Seit 2010 portätiert er den Berg. Wer genau hinschaut, erkennt beim Bild mit dem Mond auf dem Hörnligrat sogar die feine Linie der Stirnlampen. © Nenad Saljic

Morte e vita sul Cervino: a sinistra un cimmitero per alpinisti precipitati, a destra contadine con neonato. E sempre il Cervino come sfondo pittoresco. Cartoline postali, in «Snow Management Complex», Edizioni JRP Ringier, 2014.

Visione surreale: quotidianità primaverile nella destinazione sciistica top di Zermatt.

Solo nella parete nord si ha la montagna alle spalle: Ueli Steck in solitaria.

Sono trascorsi 14 anni, ma la vista non ha perso nulla: due alpinisti scendono dal brumoso ripiano della vetta dell’Alphubel nell’agosto 2001.

Il fotografo artista manda il Cervino in vacanza. Un collage tra l’affascinante e l’ironico nato tra il 1980 e il 2000.

La normalissima ressa sulla Hörnligrat: il fotografo realizzava un reportage di 24 ore su quanto accade sulla montagna delle montagne. Ogni estate, un migliaio di persone scala il Cervino – non tutte con le debite capacità.

L’India ha il Taj Mahal, l’Egitto le piramidi. La Svizzera ha il Cervino. Da tempo questa montagna è un’icona, un monumento. E non v’è da meravigliarsi se non solo migliaia di alpinisti cercano di confrontarsi ad essa: chi davvero fotografa montagne, non può evitare il Cervino.

Questo potrebbe significare che la montagna sia stata ripresa «a morte»: ogni sua piega, ogni sua ruga, ogni suo umore sono già stati fissati. Ognuno dei suoi volti è stato impressionato.

Ciò nonostante, nell’allestimento di questo portafoglio dedicato alle celebrazioni del 150° della prima ascensione, una cosa è risultata chiara: ancora oggi, i fotografi strappano alla vetta immagini sempre affascinanti, spiritose, poetiche, critiche. Nelle pagine che seguono trovate una selezione delle migliori. Di spazio per tutte quelle che lo avrebbero meritato, purtroppo non ce n’è abbastanza. Ma un aspetto le unisce tutte: celebrano la montagna delle montagne, in modi propri e sorprendenti.

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