
Scivolare, trattenere… Pelli di foca: test sul terreno e in laboratorio
Le pelli di foca ci permettono di salire in sicurezza e risparmiando forze. Fin qui la teoria. Outdoor Content Hub ha sottoposto per noi a test intensivi sul terreno e in laboratorio sette modelli. Ecco chi emerge.
Prima il dovere, poi il piacere! È quanto mai vero per ciò che concerne lo sciescursionismo, poiché prima di godersi l’inebriante discesa bisogna superare la salita. Quanto questa sia faticosa non dipende solo dal dislivello e dalla distanza che ci siamo lasciati alle spalle. Ben lo sanno tutti coloro le cui pelli di foca hanno mostrato debolezze durante la salita. Il collante che cede, la formazione di zoccoli, la tenuta che vien meno e fa scivolare all’indietro: ogni problema non solo costa in termini di nervi ed energia, ma rappresenta anche un potenziale rischio per la sicurezza.
Mohair o fibre sintetiche?
La struttura delle pelli di foca è oggi grosso modo la medesima: un tessuto di base floccato, uno strato intermedio impermeabile, il tessuto di copertura e infine lo strato adesivo.
Le materie prime e la loro lavorazione sono tuttavia decisive per quanto concerne la funzionalità del prodotto finale. La prima e più importante scelta del fabbricante è: mohair o fibre sintetiche? Trovate più informazioni in merito nel riquadro dedicato ai materiali a pagina 41. Quanto una pelle scivoli e trattenga dipende però anche dal tipo di tessitura, dalla qualità delle fibre e dalla lunghezza del floccato, così come dalla disposizione più o meno parallela dell’angolo di attacco rispetto alla direzione di marcia. Le tipiche pelli da competizione, ad esempio, hanno peli particolarmente corti, che generano meno attrito e presentano elevate caratteristiche di scivolamento.
Gli adesivi a caldo rimangono molto diffusi
Tutti i prodotti sottoposti al test sono cosiddette pelli adesive. Si fissano alla soletta dello sci grazie a una superficie adesiva esente da residui e resistente al freddo a base di acrilato, silicone o collante a caldo, e contemporaneamente alla punta e alla coda mediante ganci e specifici meccanismi. L’impiego più diffuso riguarda sempre ancora i collanti a caldo, che si sono bene affermati in condizioni mutevoli e applicazioni ripetute. Sempre più popolari stanno diventando le superfici adesive a base di acrilato e silicone, che richiedono meno forza per essere staccate dalla soletta e possono essere trasportate anche senza rete o pellicola di copertura.
Proprio nell’applicazione e nel distacco delle pelli si può osservare quanto bene queste stiano nella mano e con quanta facilità si lascino riporre. Nel test sul terreno, le pelli più morbide figurano ai vertici: possono essere infatti ripiegate o arrotolate e riposte in poco spazio nello zaino o nella tasca pettorale.
Il piacere richiede cure regolari
Quello che per gli sci appare ovvio, in relazione alle pelli viene spesso trascurato: la cura regolare. Perché le caratteristiche di scivolamento si mantengano e la formazione di zoccoli venga ridotta, le pelli devono essere regolarmente trattate con un apposito impregnante. Anche le superfici adesive vanno pulite con regolarità, e quando la capacità adesiva vien meno, il collante a caldo va parzialmente o totalmente rinnovato. Così la pelle aderirà in modo affidabile allo sci (vedi «Consigli per la cura delle pelli» a pagina 43).

Parliamo un po’ di materiali
Il termine mohair definisce il sottile pelo della capra d’Angora. Diversamente dalle fibre sintetiche, è cavo all’interno, il che si ripercuote positivamente sul peso totale. Le pelli 100% mohair convincono soprattutto per le loro eccellenti caratteristiche di scivolamento, che si mantengono per l’intero ciclo di vita del prodotto. Nondimeno soddisfano con una buona aderenza sulla neve e rimangono morbide anche alle temperature più gelide. Il mohair continua quindi a essere la prima scelta di molti sciescursionisti e corridori esigenti. Tuttavia, le pelli in mohair sono solitamente un po’ più costose e più sensibili e bisognose di cure rispetto alle due alternative.
Le pelli in fibre sintetiche sono realizzate in nylon e risultano estremamente robuste e facili da curare. Superano solitamente indenni persino il contatto con le pietre. Scevre da stress quanto a utilizzo e cura, sono particolarmente adatte ai principianti e agli sciescursionisti occasionali, che frequentano poco il terreno. Rappresentano un’alternativa vantaggiosa rispetto al mohair anche per i freerider, che devono solitamente superare solo brevi salite. Con freddo intenso scivolano percettibilmente meno bene delle pelli con maggiori quantità di mohair. Un’accurata impregnazione elimina almeno parzialmente il problema.
Il meglio di due mondi: è quanto promettono le miscele di mohair e sintetico, che combinano una buona capacità di aderenza e, quanto allo scivolamento, si vedono molto più vicine alle pelli in puro mohair. Quando sono nuove non si nota praticamente alcuna differenza rispetto alla fibra naturale, alla quale viene di regola miscelato circa il 30% di materiale sintetico, che accresce la resistenza all’usura e quindi la durata.