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Scogliere calcaree sul Lago dei Quattro Cantoni I siti attrezzati di Gersau

Oltre 180 vie, ogni sfumatura di calcare carreggiato e storia alpina vivente: le piccole pareti ai piedi della Rigi vantano una ricchezza sorprendente.

Riviera. La parola suscita associazioni al sud: palme, caldo, allegria. Ma anche sul versante nord delle Alpi vi sono luoghi che si meritano questo nome. Uno di questi è la conca situata tra la Rigi Hochflue e il Vitznauerstock. In essa è racchiuso il villaggio svittese di Gersau che, assieme ai due luoghi di cura lucernesi di Weggis e Vitznau, è spesso chiamato la «Riviera del Lago dei Quattro Cantoni». E a ragione. La sua situazione al piede meridionale della Rigi, protetta dai freddi venti settentrionali e orientali, e l’azione riscaldante dell’acqua durante l’inverno fanno sì che vi prosperino persino le palme. Il favonio, che a volte soffia impetuoso, contribuisce alla mitezza delle temperature medie invernali. Di tutto questo approfittano anche gli arrampicatori: alcune notevoli cenge rocciose rendono infatti interessante la regio-ne di Gersau, soprattutto nella stagione più fredda. Sulle rocce orientate prevalentemente a sud-est, il riparo dai venti dà spesso luogo a condizioni di arrampicata gradevoli anche d’inverno.

Fossero solo un paio o tre, sarebbe stato ben difficile ottenere la luce verde dalla redazione per un articolo sulle rocce di Gersau. Considerate singolarmente, infatti, nessuna vanta un’importanza più che regionale. Nel complesso, tuttavia, la loro presenza appare decisamente rispettabile. In cifre, parliamo di dieci massicci rocciosi per un totale di 180 vie. Questo è il lato puramente quantitativo di Gersau. Ma almeno altrettanto rilevante è l’ambiente, caratterizzato da pinete rade, dal lago sottostante e dal panorama prealpino.

Chiodi dell’epoca dei pionieri

Il calcare carreggiato eroso dall’acqua si presenta ampiamente sfaccettato: alla Chilefluewand, la roccia esposta a ponente proprio sopra il villaggio, è segnato da numerosi e affilati fori di scolo. Alla Basilland dominano vie brevi e atletiche, mentre alla Sunneplättli sono piuttosto di casa le arrampicate tecniche nelle sacche d’acqua. Föhnenberg, il sito meno difficile, è inclinato, fortemente eroso e ricco di appigli; il settore «B» per contro ripido, breve e screpolato. Al Tridwand, poi, il sito di arrampicata più esteso di Gersau, si trova di tutto un po’ – persino una parete gialla, leggermente strapiombante, caratterizzata da calcare d’alta montagna e vie di grado 7.

Le pareti di Gersau hanno dimensioni modeste. La lunghezza delle vie è compresa tra 10 e 30 metri. Ciò nonostante, qui si arrampicava già ben prima di quando l’arrampicata sportiva era diventata davvero «in». Lo testimoniano vecchi chiodi arrugginiti di ogni genere, prevalentemente di marca fai-da-te.

Molti sono contraddistinti dalle iniziali «FA». Provengono dalla fucina di Franz Anderrüthi, uno dei pionieri dell’alpinismo estremo svizzero, che negli anni Cinquanta e Sessanta aveva percorso nuove vie oggi ancora attuali e degne di rispetto nei vicini Mythen, come ad esempio il pilastro SE del Geissstock.

Zona per sestogradisti

Allenava la sua forza leggendaria tra l’altro al Rüteli, il sito più basso e rapidamente raggiungibile di Gersau. Che allora il concetto di arrampicata libera fosse ancora in gestazione lo documenta all’attacco del Rüteli un vecchio cartello con la seguente iscrizione: «Per favore non asportare alcun chiodo, poiché non tutti arrampicano bene come te» – la testimo-nianza di un conflitto generazionale tra scalatori.

Oggi, tutti i siti di Gersau sono attrezzati secondo gli standard più moderni con chiodi a perforazione. La questione dell’arrampicata libera o artificiale praticamente non si pone: Gersau è un sito di arrampicata per sestogradisti, di vie più difficili ve ne sono ben poche. Piuttosto, sono numerose quelle più facili, di grado 4 e 5 della scala francese. La maggior parte di esse si trova nei sito di Föhnenberg, dove nel citato settore per principianti una dozzina di vie si presta a essere scalata da primo anche per i bambini. Una visita in questi luoghi può esercitare un fascino speciale soprattutto per le famiglie – e non solo in relazione all’arrampicata.

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