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Scorribande di confine Per passi solitari tra la Bassa ­Engadina e la Val Venosta

Valli di aspra bellezza e altopiani dalla grazia artica: chi da S-charl si reca a Sur En scopre la magia e l’incanto di un mondo unico.

All’Alp Sesvenna si impone la decisione: Fuorcla Sesvenna a destra o Fora da l’Aua a sinistra? A destra, dopo uno stretto passaggio, sembra aprirsi una vallata splendida. Già il suo nome, Val Sesvenna, ha un che di magico. A sinistra, il sentiero sale ripido. Lassù deve celarsi un altopiano incantato dai molti laghi di montagna. Eccoci dunque confrontati alla bella, e ciò nonostante non facile scelta tra incanto e magia. La soluzione è una sola: entrambi! Percorrere un itinerario per poi concatenarlo con l’altro.

Magica Val Sesvenna

Prendiamo a destra e, già dopo pochi passi, eccoci vittime della magia della Val Sesvenna: pareti rocciose grigie e gialle, i versanti irti di pini mughi, i ruscelli tortuosi e i laghi di un turchese brillante. Tutto a un tratto scorgiamo una scura parete detritica che ricorda una colata di lava solidificata. Qui, tuttavia, a dar forma al paesaggio non è stato il calore, bensì il permafrost. Ci troviamo di fronte a un ghiacciaio roccioso, un ammasso di detriti tenuto internamente insieme dal ghiaccio e che, come un vero e proprio ghiacciaio, fluisce lentamente verso valle. Solo che sulla superficie dei ghiacciai rocciosi non si vede il ghiaccio.

Oltre la Fuorcla Sesvenna, eccoci in un angolo d’Italia. Il sentiero prosegue per un tratto piuttosto scosceso lungo un canalone, poi rapidamente al Rifugio Sesvenna. Chi volesse suddividere l’escursione sull’arco di due giorni, trova qui un’opportunità di pernottamento ideale.

Dal rifugio ci dirigiamo attraverso una torbiera pianeggiante verso il Passo di Slingia (Schlinigpass). Solo un cippo di confine ricorda che ci ritroviamo nuovamente in Svizzera. Mentre a sud del passo l’acqua scorre in direzione dell’Adriatico, dal versante elvetico si riverserà nel Mar Nero. La seguiamo fino all’Alp Sursass.

L’incanto dei Lais da Rims

Quassù arrivano anche coloro che, al citato cartello indicatore dell’Alp Sesvenna, hanno optato per la via di sinistra, verso Fora da l’Aua. Quest’ultima fa percorrere quasi esattamente il medesimo dislivello, e il tratto è un po’ più breve, ma per contro un po’ più impegnativo. Nella salita dall’Alp Sesvenna lungo Fora da l’Aua i polmoni pompano al massimo regime. Ma giunti in cima e girando l’angolo, quasi ci si dimentica di respirare alla vista di un paesaggio che si estende simile a una dimenticata isola artica. Una distesa rocciosa piena di grazia, laghetti cristallini e, nel mezzo, una sottile traccia di sentiero che conduce alla Fuorcla da Rims e al pianoro lacustre dei Lais da Rims. Più oltre, il sentiero scende serpeggiando, di nuovo sempre più attraverso praterie, verso l’Alp Sursass.

Vie di contrabbandieri

Ora si entra nelle gole dell’Uina. Nell’ombra dello stretto passaggio tra le pareti rocciose mettiamo nuovamente mano a giacche e berretti. Tutto a un tratto camminiamo ad altezze aeree, in mezzo alle pareti quasi verticali della gola e guardiamo il ruscello scorrere molto più sotto. L’itinerario con le sue gallerie fu ricavato nella roccia calcarea con l’esplosivo attorno al 1910. Di questa sorprendente opera comune del Canton Grigioni e della Deutsche Alpenverein si rallegrarono anche i contrabbandieri.

Dopo circa un chilometro, il drammatico paesaggio delle gole si schiude nell’amena Val d’Uina. Alla corte di Uina Dadaint, un piccolo alpeggio permette uno spuntino e, dopo una discesa più lunga, si raggiunge il villaggio di Sur En con altri ristoranti: nessuno attenderà l’autopostale soffrendo la sete.

Attorno a S-charl

Anche coloro che il giorno dell’arrivo a S-charl già hanno voglia di una piccola impresa non rimarranno delusi: spettacolo assicurato per ponti e passerelle attraverso le gole della Clemgia, panorami da S-charl al Mot Tavrü e mistero lungo il God Tamangur, il più alto bosco di pini cembri d’Europa con alberi antichissimi e nodosi. Anche il museo di Schmel­zra, con le esposizioni dedicate all’estrazione mineraria e agli orsi, val bene una visita. Sul vicino Mot Madlain, durante più di 300 anni sono stati estratti e fusi piombo e argento, mentre nel 1904, presso S-charl fu abbattuto l’ultimo orso bruno svizzero. E non da ultimo, i ristoranti di S-charl allettano con terrazze soleggiate, torte di noci engadinesi e vista sul frastagliato gruppo del Pisoc.

Il giorno successivo rimangono molte ore per passeggiare, osservare e stupirsi. Al mattino, i primi metri di dislivello giacciono ancora nell’ombra. E all’Alp Sesvenna, baciati dai primi raggi del sole, si contempla il cartello indicatore chiedendosi: incanto o magia?

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