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Tutt’altro che sicura

Sulla lettera Energia atomica sicurain «Le Alpi» 1/2014

Anche se la discussione sull’energia atomica è inopportuna in «Le Alpi», non vorrei lasciare senza commento la lettera di Hans Grob. Sulla base della statistica svizzera dei tumori 1983-2007 ho recentemente stimato quanti decessi tra la popolazione svizzera sono da attribuire a ulteriori patologie tumorali. Tra il 1988 e il 2007, circa 1500 persone in più si sono ammalate di cancro alla tiroide, 250 delle quali sono decedute. Mentre i casi aggiuntivi di cancro alla tiroide sono chiaramente legati allo iodio radioattivo di Chernobyl, agli altri tipi di tumori è difficile attribuire una causa precisa. Secondo una stima cauta, tra il 1988 e il 2007, in Svizzera 100 persone sono morte ogni anno per le conseguenze di Chernobyl. Il numero dei decessi è tuttavia cresciuto costantemente, e dovrebbe situarsi oggi a 150-200 vittime all’anno (6 decessi per TWh di energia nucleare in Svizzera). Queste cifre non includono i costi dell’estrazione dell’uranio, della sua lavorazione e del suo arricchimento, per non parlare dello smaltimento o della rigenerazione.

Vi è inoltre il fatto che, per buoni motivi, le compagnie d’assicurazione non assicurano i rischi dell’energia nucleare. Un danno totale a una centrale atomica svizzera nella fittamente popolata area economica del Mittelland causerebbe danni per oltre un miliardo di franchi. E i costi supplementari porterebbero inevitabilmente la Svizzera alla bancarotta.

Sino ad ora, nel mondo intero si è considerato un danno totale ogni 3500 anni d’esercizio delle centrali nucleari. Le cinque centrali svizzere dovrebbero funzionare ognuna per 45-50 anni. La probabilità di un danno totale sarebbe allora di 1:15! È pura e semplice roulette russa, e ben chiarisce perché le assicurazioni escludono i rischi atomici.

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