«La natura sarà sempre capace di adattarsi al nuovo» | Club Alpino Svizzero CAS
Sostieni il CAS Dona ora

«La natura sarà sempre capace di adattarsi al nuovo»

Tre libri di cucina best-seller in cinque anni: Nadia Damaso, cresciuta tra le montagne, con le sue insolite ricette ha saputo colpire nel segno. Ma per lei, il successo commerciale non è mai stato importante.

Nadia Damaso, lei è una star della cucina?

Nadia Damaso – La definizione non mi si addice. Io cucino soprattutto per passione, per esprimermi in maniera creativa. Che facendolo abbia successo e guadagni dei soldi è senz’altro bello, ma non è mai stato il mio stimolo. Già da bambina, a dieci anni, trascorrevo ore in cucina sperimentando ricette per la mia famiglia.

Sono sempre riuscite?

Per la maggior parte. D’altro canto, servivo solo quello che piaceva anche a me. In generale cucino sulla base di sensazioni. Mi lascio ispirare dalla natura. Succede spesso che un piatto mi venga ispirato dai colori del cielo o da un paesaggio montano brullo o fiorito. I colori sono un elemento importante del mio lavoro. In realtà non cucino mai secondo una ricetta.

Lei pubblica le sue ricette, ma poi non le cucina?

Proprio così. Ma le mie ricette sono anche create in modo da rendere creativi e da non dover essere preparate facendo attenzione al grammo. Non mirano a limitare, bensì a ispirare le persone a diventare esse stesse artiste in cucina. Per me è un grande piacere trasmettere le mie idee.

Come autrice di best-seller ha l’impressione di di essere migliore di altri?

La competizione non mi piace. Non mi è mai piaciuta. Vengo da una famiglia di sportivi, e da bambina ho partecipato per anni a gare di fondo. Ma non è mai stata la mia storia. Secondo me, misurarsi con gli altri non ha alcun senso. Per contro, mi piace molto misurarmi con me stessa, sfidarmi.

Per esempio quando da Pontresina scala le montagne?

Per esempio. «In quanto tempo arrivo in cima, oggi?» «Quanto a lungo resisto nel ruscello gelido?» Sentire come ci si rafforza – fisicamente, mentalmente e spiritualmente – è una sensazione incredibilmente bella.

Cosa le dà la montagna?

Ah, moltissimo. Sono casa mia. Il mio luogo di forza. Quando si è cresciuti a 1800 metri si è legati a lei per sempre. È sempre qualcosa di speciale, tornare a casa. Quando rimango dai miei genitori o mi prendo una breve vacanza, solitamente andiamo in montagna. Saltiamo sulle montagne, facciamo gite con gli sci o in bicicletta, arrampichiamo… Non c’è quasi nulla che non facciamo, in montagna.

Frequenta anche le capanne?

Ovvio. Da Pontresina alla Chamanna da Boval CAS c’è una buona decina di chilometri. Ci andiamo regolarmente.

Ci mangia anche?

No. Ma questo non ha nulla a che vedere con la qualità del cibo in capanna. Non mangio mai quando cammino. Nella natura ho la possibilità di ricaricare i pensieri e il corpo con il vento fresco, con l’energia della natura stessa: per me, anche questo significa alimentarsi. Il corpo ha bisogno di meno di quanto credano in molti. E la rinuncia può essere qualcosa di bello. Non mangio quasi mai per abitudine, ma solo quando ne ho voglia e il mio corpo lo richiede. Allora, il cibo lo si gusta molto di più

Come si svolge la sua giornata? Quanti pasti prevede?

Mi alzo tra le otto e le nove, poi lavoro o passo del tempo nella natura. Lì trovo la mia ispirazione. La mia casa è proprio al margine del bosco. C’è anche un ruscello nel quale faccio i bagni freddi, e molti alberi, che mi danno energia. Mangio qualcosa per la prima volta solo verso le tre del pomeriggio, è la mia prima colazione. Poi faccio sport, vado agli appuntamenti o lavoro al mio nuovo libro di cucina, al mio albo musicale o ad altri progetti. Il secondo pasto lo preparo verso mezzanotte, e per quello mi prendo consapevolmente il tempo necessario. Provo cose nuove, ascolto musica e mi gusto il cibo. Poi, di solito, lavoro ancora un po’ e vado a letto tra le tre e le quattro. Non ho bisogno di dormire molto.

È tutto compatibile con gli amici e la famiglia?

[ride] So anche adattarmi. Quando sono a Pontresina e preparo la cena per i miei genitori e mia sorella, concordiamo un orario che vada bene per tutti. Allora mangiamo verso le sette o le otto di sera.

Lei cucina anche per grandi gruppi, da 40 a 60 persone. Le richiede molta preparazione?

Da tre a quattro ore. Vado al mercato, acquisto quello che mi appare buono e fresco e non appena ho gli ingredienti li compongo nella mia mente. Per me, la cosa più importante è trasmettere emozioni attraverso il cibo. E questo mi è possibile solo se non pongo limiti alla mia creatività e cucino completamente secondo le mie sensazioni e con molto amore.

Cucina anche carne?

No. I miei due ultimi libri di cucina contengono solo ricette vegetali. Personalmente ritengo che disponiamo di una tale scelta di ingredienti vegetali che non abbiamo alcun bisogno di prodotti animali. E ovviamente, gli animali mi stanno anche a cuore. Decidere della morte di un altro essere vivente non mi sembra giusto. Ognuno dovrebbe fare ciò che ritiene giusto. Ma l’importante sono l’attenzione e la consapevolezza che stanno dietro a tutto questo.

Le montagne risentono fortemente degli effetti del cambiamento climatico. Lei cosa ne pensa?

Ricordo il ghiacciaio del Morteratsch della mia infanzia e vedo quanto volume ha perso negli ultimi anni. La natura era viva molto tempo prima che esistesse l’umanità. Ovviamente ci si può preoccupare, ma la forza della natura è superiore a ogni altra, lei sarà sempre capace di adattarsi al nuovo. Se noi umani roviniamo qualcosa con le nostre azioni, quella siamo noi stessi. Più ci connettiamo alla natura, più la apprezzeremo, e con lei anche noi stessi. Quello che ne consegue è un approccio più consapevole nella quotidianità e nei confronti dei nostri simili.

Però va anche spesso alle Hawaii…

Sì. Le Hawaii sono per me un luogo di forza al quale mi sento molto legata e mi permette di ricaricarmi. Naturalmente si può dire che non è sostenibile. Tuttavia, quello che le Hawaii mi danno mi aiuta anche a vivere in modo più sostenibile e consapevole in altri ambiti.

Perché dall’altra parte del mondo?

Per il mio secondo libro di cucina ho lavorato senza sosta per sei mesi. Provavo il forte bisogno di una piccola pausa. Del tutto per caso mi sono imbattuta in un filmato di giovani alle Hawaii che vagavano nella natura, esprimevano gioia di vivere e si godevano la semplicità della vita. Mi ha ispirata a tal punto che poco dopo ho prenotato il volo. Nel mio primo giorno laggiù ho incontrato proprio quel gruppo al supermercato. Nel frattempo, per me sono diventati come una famiglia, e le Hawaii una seconda casa.

Lei propone seminari di cucina, tiene conferenze e organizza eventi culinari. La sua vita continuerà a ruotare attorno alla cucina?

Di certo farà sempre parte di me, ma le cose possono anche cambiare rapidamente. Sono aperta a tutto. Fino a quando rimarrò fedele a me stessa, seguirò i miei sogni e metterò molta passione in ciò che faccio, so di essere sulla strada giusta. Attualmente, per esempio, sto facendo musica. Il primo album dovrebbe essere pronto per fine anno. Come può vedere, non mi annoio di certo.

Autore

Alan Schweingruber

Nadia Damaso

Negli ultimi otto anni, la 27enne Nadia Damaso ha scritto tre libri di cucina, tutti diventati best-seller in Svizzera. Il suo quarto libro sarà pubblicato il prossimo novembre. Nadia Damaso è cresciuta a Pontresina e oggi vive vicino a Zurigo. Dopo il liceo ha frequentato la scuola di recitazione cinematografica di Zurigo, durante la quale ha scritto il suo primo libro.

Feedback