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Alba sul Mont Collon All’avventura sui monti sopra Arolla

In un’epoca in cui i vecchi classici vengono riattrezzati, alcune vie oppongono resistenza all’eccessiva chiodatura. Con in media un chiodo ogni 100 metri, il Pilier du Soleil Levant al Mont Collon fa sicuramente parte di questo gruppo.

Nel 1976 la guida alpina ginevrina Michel Vaucher riuscì nella seconda ascensione della via sul Pilier du Soleil Levant. Tre anni dopo, nel suo libro Les cents plus belles courses des Alpes valaisannes (I 100 itinerari più belli delle Alpi vallesi) pronostica per la questa via un radioso futuro: «Il pilastro SE del Mont Collon può e deve diventare un grande e bel classico.» E più avanti: «Il piacere della scoperta, un’arrampicata elegante e aerea, la conquista di una bella vetta su di un’insolita via – tutti questi elementi ci hanno permesso di trascorrere una di quelle giornate che rappresentano il sogno di ogni alpinista.» Nella sua guida del 2001 anche Maurice Brandt tesse le lodi di questa escursione. Ecco le sue parole: «Il pilastro è alto 520 metri e offre la migliore scalata dei dintorni su rocce buone, adatte per arrampicare, ad eccezione di due tiri di corda a metà percorso e nella zona più facile della vetta. Un’arrampicata elegante e interessante, parzialmente esposta.»

Attenzione, seracchi

Come si spiega allora che a dispetto delle sue evidenti qualità questo pilastro sia stato scalato relativamente poco? Sono rari gli estati in cui la via venga percorsa, se ciò avviene, da più di una cordata. Desta stupore anche il gran numero di linee aperte sul versante nord della montagna, quando invece quelle del versante sud si contano sulle dita di una mano. La parete nord del monte simbolo di Arolla può essere ammirata dal paese e non è difficile immaginare quali fantasie abbia scatenato nei primi scalatori. Patrick Gabarrou, per citarne uno soltanto, aprì tre nuove linee soltanto nella primavera del 1989, ma la parete resta in qualche modo esposta. Soprattutto seracchi, e per valutare il pericolo basta solo aver visto coi propri occhi le nubi che avvolgono il Bas Glacier d’Arolla dopo un evento del genere. Le persone che hanno preparato la Patrouille des Glaciers nel 2014 non potranno contraddirci: hanno fatto saltare il seracco per assicurare il luogo.

Un’architettura di soli pilastri

La relativa anonimità in cui il Pilier du Soleil Levant ha vissuto per tutti questi anni dipende principalmente da due fattori: prima di tutto non è visibile dalla valle. Da Arolla bisogna infatti girare intorno al Mont Collon e portarsi sul retro per poter vedere il pilastro. O meglio, i pilastri! La visione che si offre agli scalatori e scialpinisti che percorrono la Haute Route da o verso il Col du Mont Brûlé è al tempo stesso inaspettata e bellissima. La calotta di ghiaccio della vetta sembra essere sostenuta da oltre una dozzina di pilastri dai contorni più o meno definiti. Durante l’avvicinamento all’imbocco della via questo aspetto può essere piuttosto disorientante.

In secondo luogo l’esiguo attrezzaggio non soddisfa certo le aspettative della maggior parte degli alpinisti moderni. Infine la rara menzione del tour in internet non contribuisce alla sua popolarità.

Viaggio nella terra dell’avventura

Ormai è chiaro: l’itinerario qui proposto si rivolge soprattutto agli scalatori che sono alla ricerca di un terreno non completamente domato, in cui l’avventura è ancora possibile. Dato che ci sono così pochi chiodi, si è spesso costretti a trovarsi la via da soli. Inoltre questo itinerario richiede che si sappia utilizzare friend e blocchetti da incastro. La roccia, a tratti eccellente, richiede spesso pur sempre una particolare attenzione. A questo proposito sono sorprendenti le osservazione degli autori succitati. Il riscaldamento climatico non ha ripercussioni negative soltanto sui ghiacciai.

Ultimo punto: la difficoltà. Anche senza raggiungere una vetta, si deve fare i conti con numerosi passaggi di 4° e 5° grado. Nella guida I 100 itinerari più belli, edita da Gaston Rébuffat, gli itinerari erano ordinati in base a una difficoltà da 1 a 100, dove 100 era il più difficile. Nel volume sulle Alpi Vallesi Michel Vaucher ha attribuito al Pilier du Soleil Levant la posizione 86. Una rielaborazione di questo libro porterebbe inevitabilmente a una nuova valutazione dell’itinerario, ma non modificherebbe minimamente la sua natura impegnativa.

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