Escursione di III grado | Club Alpino Svizzero CAS
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Escursione di III grado Per Haggenspitz e Klein Mythen

L’escursione alpina tra la Haggenspitz e il Klein Mythen richiede qualcosa in più dell’assenza di vertigini e di un passo sicuro. Un’avventura nelle Prealpi.

Abbiamo davanti il «Müllerkamin» (il camino di Müller), il vero e proprio passaggio chiave per la Haggenspitz, e ci incordiamo. Gli alpinisti più coraggiosi superano questo breve passaggio in arrampicata del III grado senza corda. Ciò nonostante, l’aria sotto i piedi, le pietre sciolte e la roccia frastagliata non ci fanno riflettere a lungo.

I denti rocciosi della Haggenspitz, come pure del Klein e del Gross Mythen, sono visibili da molto lontano e rappresentano un po’ i simboli di Svitto. Un tempo, queste montagne erano anche chiamate «Hakenberge», cime a becco. Oggi si scala soprattutto il Gross Mythen, con i suoi 1898 metri il più alto dei tre denti e dotato anche di un piccolo ristorante di montagna che propone robuste zuppe e «nussgipfel».

Ospita uno «Stammtisch» riservato ai soci del «Club dei Cento», cioè quegli escursionisti che, durante un anno, hanno salito la montagna almeno 100 volte. Attualmente, il club conta un unico membro, il 72enne Armin Schelbert, che nella sua vita ne ha già calcato la vetta più di 3000 volte – otto delle quali addirittura in un unico giorno: il suo record. Il sentiero escursionistico ben sistemato e assicurato non deve tuttavia trarre in inganno, poiché quassù gli incidenti sono più che frequenti.

Vette vicine per escursioni alpine e arrampicata

Haggenspitz e Klein Mythen sono per contro riservate a escursionisti alpini e arrampicatori. Il terreno è ripido ed esposto, e per di più costituito da una continua alternanza di roccia ed erba. La salita è delicata, soprattutto con il bagnato.

In una giornata primaverile soleggiata e asciutta ci accingiamo all’attraversamento da nord a sud. Il sentiero attraversa brevemente dei pascoli alpini, ma ben presto ci troviamo di nuovo in ripidi pendii erbosi tra abeti nodosi e bianchi blocchi calcarei. Prima di una sporgenza rocciosa attrezzata con chiodi ci incordiamo. Abbiamo sì fiducia nelle nostre capacità, ma non intendiamo esporci senza alcuna protezione ai pericoli oggettivi e alle condizioni sconosciute. Il successivo «Müllerkamin» potrebbe essere evitato a sinistra, ma il passo sicuro e l’assenza di vertigini sono richiesti anche da quella deviazione. Lungo la cresta nord raggiungiamo i 1762 metri della vetta, dove ci saluta una moderna croce. La vista sul paesaggio ricco di storia è travolgente.

Vista sulle eminenze delle Alpi

Maestosa si propone davanti a noi l’intera eminenza delle Alpi, da quelle glaronesi alle vette della Svizzera centrale e alle Alpi bernesi. Laggiù in fondo luccicano simili a fiordi azzurri laghi. La discesa al Grigelli in un terreno erto richiede una volta ancora la massima concentrazione. E poi, ancora 150 metri di dislivello fino al Klein Mythen – lungo i quali incontriamo un altro canalone con un passaggio difficile, anch’esso però evitabile sulla sinistra. Una cresta rocciosa ci fa proseguire fino all’antecima, raggiunta da un sentiero escursionistico che sale da Zwischenmythen. Dall’alpeggio di Zwischenmythen guardiamo su verso il Gross Mythen e ci chiediamo che effetto farebbe concatenare anche quella vetta.

Di salite interessanti ve ne sarebbero: attraverso l’Affengarten un pendio erboso quasi verticale e disseminato di alberi fino alla fascia dei Mythen e la successiva arrampicata. O scendere un po’ più a ovest e completare la traversata attraverso la via nella parete ovest denominata Wyss Wändli. Da est vi sarebbe poi una via alpina che passa da Chalberstöckli. Le idee affiorano semplicemente, ma in considerazione di quanto abbiamo fatto e della buona compagnia ce la prendiamo comoda e lasciamo la più alta delle tre per la prossima volta.

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