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Insieme tutto è possibile

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«Le sezioni del CAS sembrano fatte per l’inclusione»
Anita Bachmann,
redattrice di «Le Alpi»

Per il suo 100º anniversario, la sezione CAS Gruyère si è fatta un regalo speciale: d’estate, durante tre giorni ha organizzato escursioni con persone disabili e soci anziani con mobilità limitata. Sono stati necessari grandi sforzi, come per esempio il trasporto di una toilette per disabili alla Cabane de Bounavaux. Ma l’esperienza fatta dal centinaio di volontari che vi hanno contribuito è stata talmente positiva che ora la sezione intende organizzare qualcosa ogni anno.

A scuola, nella formazione, nell’economia, e più in generale in tutta la nostra società competitiva, tra le persone con e senza disabilità vi sono pochi punti di contatto. In molti ambiti della vita, le persone disabili vivono separate dal resto della società, nelle loro famiglie, presso istituzioni, in posti di lavoro protetti, tra loro. La strada che porta al cambiamento di queste strutture sembra ancora lunga.

Per contro, nello sport si è andati più avanti. Lo hanno dimostrato i Mondiali di paraclimbing disputati con successo a Berna lo scorso agosto. Anche nello sport di ampia diffusione si è sulla buona strada (v. il contributo a pag. 42). E se le cose sono organizzate come lo sport della montagna nelle sezioni del CAS, i presupposti sono molto promettenti. I volontari ne sono la base, e condividono con altri il loro entusiasmo. Come capigita con persone affini, con i giovani e le famiglie, con principianti e con esperti. Perché non anche con le persone disabili? Le sezioni del CAS sembrano fatte per l’inclusione. Proprio come il motto della sezione Gruyère: «Ensemble tout est possible» – insieme tutto è possibile.

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