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Panorama geologico sconvolgente Rätschahorn (2703 m)

Una montagna di calcare chiaro simile a un ghiacciaio pietrificato offre vedute spettacolari sulla tettonica esposta della Prettigovia. Dalla vetta si possono ammirare cinque falde rocciose.

La scalata della Rätschaflua, tra Klosters e St. Antönien, premia con un impressionante panorama geologico. La cosa migliore è scegliere una giornata con buona visibilità.

Cosa c’è di tanto speciale nella vista dalla vetta? Ebbene, qui la struttura della stratificazione alpina si mostra in modo ancora più impressionante che nell’Arena tettonica di Sardona (v. «Le Alpi» 03/2021). Qui non si vedono solo due, ma addirittura cinque falde sovrapposte. La stessa Rätschaflua fa parte della falda della Sulzfluh, formata dal calcare carsico quasi bianco del Giurassico superiore, sui cui solchi ci si bilancia nella salita alla vetta. La fascia chiara della falda della Sulzfluh può essere seguita bene verso nord e quindi verso ovest, fino all’omonima Sulzfluh e alla Drusenfluh (v. foto 1). Visibili dietro, le vette dal Schesaplana allo Zimba appartengono già alla falda superiore successiva di rocce calcaree e dolomitiche, la falda del Lechtal. Le stratificazioni calcaree della Rätschaflua si tuffano a sud-est verso Klosters, per tornare visibili alla Weissfluh, nel versante opposto della valle.

Guardando verso est, si osserva come il calcare scompaia sotto le rocce scistose ricoperte d’erba e, sopra di esso, seguano quelle scure e aspre del Madrisa (v. foto 2). Le rocce scistose hanno origine nell’Oceano Piemontese, che un tempo si stendeva tra le placche europea e adriatica-africana. Appartengono alla falda di Arosa. La vetta del Madrisa, dal canto suo, è formata da rocce cristalline del continente adriatico-africano, che si trovava a sud dell’Oceano Piemontese. Ai piedi del Madrisa si può quindi per così dire «tuffarsi» nell’Oceano Piemontese (v. foto 3). Le rocce del Madrisa proseguono nel gruppo del Silvretta e oltre, fino all’Engadina. Appartengono alla gigantesca falda della Silvretta. Tutti questi pacchetti di roccia sono stati spinti gli uni sopra gli altri come coltri durante la formazione delle Alpi. Una zona con un’estensione originaria di circa 500 chilometri è stata compressa in pochi chilometri.

Leccornie geomorfologiche

E la quinta falda? È anch’essa costituita di rocce scistose morbide, ricoperte d’erba, che giacciono sotto lo strato chiaro della falda della Sulzfluh. Scende giù fino a St. Antönien e si estende all’intera Prettigovia. È – appunto – la falda del Prätigau.

Se si considera l’itinerario come una traversata per il Rätschenjoch e un’avventurosa discesa del canalone nord alla sella che precede il Saaser Calanda (T5!), è possibile incontrare e determinare tutte le rocce delle quattro falde inferiori. Cui si aggiungono leccornie geomorfologiche, per esempio nella conca dell’Aschariner Alp: grandi pendii detritici, una recente valanga di roccia, ghiacciai rocciosi attivi, inattivi e fossili e morene tardo-glaciali multiple.

Montagne geologicamente interessanti delle Alpi svizzere

La geologia delle Alpi è terribilmente complicata, e la varietà delle rocce quasi infinita. Ma ci sono molte montagne conosciute che offrono fenomeni geologici emozionanti e spettacolari anche per il geologo, facili da riconoscere e semplici da capire. È quanto ci racconta in questa serie il noto «geologo divulgatore» e guida alpina Jürg Meyer (www.rundumberge.ch).

Consigli pratici per la determinazione delle rocce→ Composizione minerale e modale

Chi intenda realizzare con successo una ricetta culinaria deve conoscere gli ingredienti e le rispettive quantità. Chi volesse determinare con successo una roccia deve sapere quali minerali la compongono (composizione minerale) e in quale percentuale (composizione modale). Coloro che sono in grado di riconoscere i cinque minerali più importanti delle rocce compiono un passo in più: quarzo, calcite, due tipi di feldspati (feldspato di potassio e plagioclasio), due tipi di mica (scura e chiara). Chi poi ne riconosce un’altra ventina può determinare il 90 percento di tutte le rocce. Come? Come con la cucina e tutto il resto: semplicemente cominciando, tenendo duro ed esercitandosi sempre.

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