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Seggiovia nostalgicae gioia della cima Il Niwen, meta sciescursionistica per famiglie

Molto divertimento e atmosfera rétro: è quanto offre una gita al Niwen, sopra Jeizinen. La seggiovia anni 1970 accorcia la salita. Un presupposto ideale per famiglie e principianti.

La si potrebbe facilmente mancare, la splendida terrazza soleggiata che sovrasta la valle. Chi si reca in Vallese attraverso il Lötschberg devia a Gampel e, con la funivia, raggiunge la piccola ma bellissima stazione sciistica di Jeizinen. Fu realizzata nel 1975 da quattro abitanti del villaggio. Da allora, l’inventario consta di una seggiovia, uno scilift a ancore e uno singolo. Tempo di attesa: 20 secondi! Le risalite sono immediate. Allo Stafel, oltre il margine del bosco, mettiamo le pelli agli sci. Pieni di coraggio e di energia, i bambini partono a razzo. La partenza è stata senza fatica.

Dislivello regalato

In questa regione, i nostalgici si potranno solo entusiasmare, poiché anche per gli sciescursionisti ben poco è cambiato negli ultimi quarant’anni. L’offerta comprende tutt’ora il biglietto loro destinato, che oggi costa 12 franchi: salita semplice, dapprima sulla stupenda seggiovia dai listelli azzurri, come ormai se ne vedono praticamente solo nei libri, e poi fino allo Stafel, appunto, a 2205 metri, attraverso il rado bosco di larici con lo scilift ad ancore. I primi 700 metri di dislivello torneranno buoni nella discesa come un piccolo regalo extra. Il Niwen non resta perciò riservato ai soli fanatici delle escursioni con gli sci, ma si presta al meglio anche per principianti e famiglie.

Piccola montagna, grande vista

La via conduce attraverso il terreno accidentato dell’Oberi Fäsilalpu fino ai piedi dei 35 gradi di pendenza del versante sudoccidentale sottostante la vetta. Questo ripido pendio può anche essere aggirato, puntando all’estremità orientale della Niwungrat. Oggi, però, reputiamo le condizioni sufficientemente sicure e optiamo per questa variante diretta. Ora, per mantenere alta la motivazione dei ragazzi, un incoraggiamento è più che mai d’uopo. Rimando possibili versi per il libro di vetta, l’impegnativa salita è presto dimenticata. Ogni conversione va meglio della precedente e in breve i piccoli le eseguono da consumati professionisti. Sulla cresta, ecco la prima sorpresa: la vista sul Faldumrothorn a nord e sull’imponente e fortemente innevata Lötschental, ornata a est dalla maestosità del Bietschhorn. Da qui manca ormai poco alla cima del Niwen, che porta tra l’altro un nome doppio: Einigs Alichji.

E per dessert una lunga discesa

Il nome Niwen è da ricondurre all’alpeggio sottostante la vetta, il Nibualp, che nel dialetto tedesco del Vallese significa «nuovo alpe». Di gran lunga più speculativo è il significato di Einigs Alichji: Einigs starebbe per «solo», «solitario», mentre Alich sembrerebbe derivare da «Man-lich», che potrebbe significare «simile all’uomo» oppure anche «uomo di pietra». La finale in «ji» è un diminutivo tipico del tedesco vallesano. Il «solitario omino di pietra» appare come una destinazione modesta, umile. Ma la vetta ha ciò nonostante tutto quanto si addice a una grande montagna: una vista grandiosa sui quattromila vallesani, un’autentica croce di vetta in larice e un libro di vetta. I giochi di idee della salita hanno avuto successo e con orgoglio i bambini riportano nel libro i loro nomi e versi. Un orgoglio e una gioia per questa conquista che si legge nei loro volti. E l’aspettativa della lunga discesa fino a Jeizinen non fa che accrescere la loro felicità.

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