Su e giù per la terra dei falciatori di montagna | Club Alpino Svizzero CAS
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Su e giù per la terra dei falciatori di montagna Lungo la Brienzergrat allo Harderkulm

L’escursione in cresta dal Brienzer Rothorn a Interlaken passa per prati di montagna ricchi di specie. Un paesaggio antropizzato che rischia di sparire.

Una cosa non è problematica alla Brienzergrat: l’orientamento. Basta mai allontanarsi dalla cresta. Occorrono invece un passo sicuro e l’assenza di vertigini, ad ogni modo nella prima metà del percorso. Proprio all’inizio, la discesa lungo il ripido canalone del Lättgässli (2175 m), assicurato con cavi d’acciaio, mette a dura prova i nervi. E una certa attenzione è richiesta anche successivamente, in facili passaggi di arrampicata, versanti erbosi scivolosi e intagli nella cresta a volte molto stretti. Soprattutto in presenza di umidità è meglio non farsi distrarre troppo dalla vista: pochi anni fa, sulla Brienzergrat, un escursionista è precipitato uccidendosi in un ripido canalone roccioso.

Poco prima dell’Augstmatthorn, come lungo l’intera tratta, il lago di Brienz luccica in basso a sinistra. Al blu fa seguito il verde scuro del bosco, poi ripidi pascoli alpini fino alla cresta. Lungo il sentiero escursionistico che da Oberried porta al Blasenhubel se ne incontra uno speciale: Rieder, l’oggetto 5171 dell’Inventario federale dei prati secchi di importanza nazionale. Qui crescono piante protette come la concordia e l’orchidea bruciacchiata, la manina rosea, la palantera comune, l’orchidea candida, l’orchidea dei pascoli e la paradisia. Dal 2010, in Svizzera quasi 3000 prati e pascoli secchi particolarmente preziosi sono oggetto di protezione, dopo che nei 100 anni precedenti il 95 percento di questi variopinti tappeti floreali era sparito.

I prati secchi sono ad esempio dovuti alla falciatura del fieno selvatico di montagna. Sulla Brienzergrat, questa pratica vanta una lunga tradizione ed era ampiamente diffusa. Per i contadini rappresentava un supplemento di alimentazione invernale per i loro animali. Da tempo, però, non è più redditizia e sempre più superfici sono state abbandonate. La gestione e l’ecologia hanno sinora solo rallentato questo processo e i non agricoltori riempiono sempre più spesso la ­lacuna. L’oggetto 5171, ad esempio, viene falciato in cicli biennali dal team forestale di Oberried assieme ad alcuni volontari. Fino a otto anni fa, il fieno veniva trasportato con l’elicottero al parco zoologico di Dählhölzli, mentre prima scendeva a valle sotto forma di balle lungo i fili a sbalzo. Oggi rimane dov’è, come cibo per camosci e stambecchi.

La schiena del drago

Di questi, alla Brienzergrat non c’è carenza. Partendo il mattino presto dalla cima del Brienzer Rothorn (2348 m), è fortemente possibile incontrare montanari a quattro zampe, che anche a sera scalpitano volentieri attorno alla croce di vetta. Una seconda grande attrattiva di quest’ultima è la vista sulla tratta che ci si trova davanti. I denti della cresta si succedono l’uno all’altro come le squame del dorso di un drago. Chi pernottasse al Berghaus Rothorn Kulm potrà inoltre vedere il sole coricarsi lentamente dietro la linea frastagliata. Nella luce della sera, la nuvola di vapore della locomotiva del Rothorn si tramuta in un’incandescente bandiera di fumo, e le rotaie diventano linee luccicanti.

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