Sul Basodino | Club Alpino Svizzero CAS
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Sul Basodino

Hinweis: Questo articolo è disponibile in un'unica lingua. In passato, gli annuari non venivano tradotti.

Di L. Della Maria.

Ieri sono giunto al rifugio di Robiei, gradito soggiorno del turista, situato in posizione superba, sopra un erto poggio, ai piedi del Basodino. Ho dormito lassù un sonno ristoratore. È notte ancora: la mia guida si desta e mi chiama. Oggi, per la prima volta, intendo salire sul ghiacciaio. In pochi minuti è pronta la colazione; poi, alla luce di una lampadina elettrica, inizio la salita.

Sopra il mio capo, immensa, oscura serenità di cielo, tremulo luccichio di stelle, silenzio sacro della notte, rotto, a volte, dal sordo borbottio l' acqua di un torrente. La brezza notturna frizzante e pungente mi mette indosso i brividi. Distinguo davanti a me, in qualche modo, il sentiero sassoso. Seguo fiducioso la guida a passo a passo.

Raggiungo le prime nevi con la testa china e la fronte imperlata di sudore. Penso e medito un istante alla vita aspra del nostro montanaro. La natura selvaggia, tempra e scolpisce un carattere forte, rude, buono. Essa mi svela il segreto di una vita di fatica e di dolore.

Die Alpen — 1938 — ics Alpes.47 Una sosta più lunga ai piedi del ghiacciaio: il rifugio è ormai lontano, avvolto nelle tenebre; nel cielo si spengono le ultime stelle a una a una, come faci...

L' aurora saluta benigna l' uomo mattiniero e sorride pallidamente ai fortunati che l' hanno sorpresa al suo risveglio.

S' inizia un giorno nuovo, promettente e, per me, un giorno di vita più intima, più vera.

Sul lontano orizzonte scorgo un lembo di cielo terso e chiaro, che contrasta assai con la massa nera delle montagne.

A un tratto m' arresto per osservare un magico mutamento: variazioni nuove e incantevoli di colori si manifestano lassù. Al verde pallido di prima, seguono, con crescente vivacità, pennellate di color violaceo, che digradano, poi in una serie bellissima di sfumature. Ed ecco, quasi per incanto, il cielo s' imporpora di rosa, e, laggiù, sull' orizzonte, dietro quelle nubi tinte di rosso sanguigno, fa capolino il gran disco d' oro!...

Ammiro perplesso tanto spettacolo e provo in me un senso di gioia di ristoro e di tepore.

La vetta indorata mi appare ancor più suggestiva!

Giungo ansioso ai suoi piedi: la salita si accentua sensibilmente e il passo è malsicuro sulla neve. Con l' aiuto della piccozza raggiungo la roccia o meglio un ammasso di enormi blocchi. Mi affranco con forza ai macigni e finalmente riesco a issarmi sul culmine della cresta. Provo l' orgoglio del conquistatore; mi sento capace di grandi cose...

Osservo: sull' orizzonte.. vette, vette, vette, disposte a corona. Alcune si ergono aguzze, taglienti, bianchissime; altre troneggiano massicce, nude, selvagge; altre ancora, più basse sono chiazzate da nevai e da lavine.

Più lontano, si susseguono, con ritmo incalzante, catene di montagne. Il ghiacciaio ai miei piedi rifulge in tutto il suo candore diffondendo neu " aria attorno miriadi di spruzzi d' argento.

Quassù è silenzio e pace... Ritorni in te umile e pentito; levi lo sguardo e il cuore gonfio di felicità e di gratitudine al Creatore. Emozione grande è questa, che a tutti è dato provare, ma che, con difficoltà, la penna riesce a esprimere. È la completa vittoria della natura sopra l' uomo tanto povero e meschino in suo confronto.

Il mio pensiero fugge lontano negli azzurri spazi dell' infinito e dolcemente vi si perde...

Resto, per qualche tempo in perfetta comunione con le cose bellissime del creato! Riprendo, poi, con nostalgia, la via del ritorno camminando cauto sul ciglione della cresta.

Giunto sul ghiaccio, la guida mi porge la mano, e, così uniti, scivoliamo lungo le chine nevose, ebbri di gioia e grondanti di sudore sotto il fuoco del sole.

Ci lasciamo trasportare da una forza irresistibile che distrugge le nostre povere energie; che ci ripiomba neh " abisso, donde siamo usciti, nel povero mondo, al nostro posto di prima.

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