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Una aurora all' Adula

Hinweis: Questo articolo è disponibile in un'unica lingua. In passato, gli annuari non venivano tradotti.

Di Francesco Carubbi.

Se dovessi assegnare un primato tra le montagne vicino al San Bernardino, io lo darei al gruppo dell' Adula, segnatamente alla catena centrale del Rheinwaldhorn. L' Adula per eccellenza mi era parsa sempre bella, fin da quando l' aveva vista lontana, quando la scalai una, due, tre, diciannove volte... Del resto le montagne nostre sono tutte belle, solo possono piacere ora più l' una che l' altra, secondo che variano il loro grado di novità per noi.

Talvolta sono le nostre disposizioni di gusto e l' influsso direi degli elementi esteriori, l' ora che si arriva alla cima, lo stato del cielo.

Ma credo sopratutto l' ora. Ci sono montagne che svelano i loro segreti di colori e di forme specialmente al tramonto; altre che preferiscono donarsi all' alba. Tra queste vi metto l' Adula.

Vi siamo arrivati dalla capanna Zapport, per 1a via di Hinterrhein. La comitiva era di sette e formata di non provetti alpinisti: due amici poco abituati alle cime e che non avevano messo ancora piede su ghiacciaio, due amiche, di cui una maestrina vispa e ardita, ci tenevano dietro come non so qual alpinista e due ragazzi, il Guido poco prudente e l' Otto, più giovane, ma avveduto da insegnare a tanti scalatori.

La via da Hinterrhein entra nella valle penetrando nel cuore della montagna e dà così modo di assistere ad un continuo girar di scene. Al caratteristico « Purgatorio » succede il lugubre « Inferno ». Il piccolo che ci segue ci domanda se mai Dante prima di scrivere i suoi divini versi sia partito per l' Adula!...

.. .Ma poi, eccoti alla bella capanna della sezione Raetia.

Dopo cinque ore di cammino abbiamo sostato otto ore al rifugio, spese nel prepararsi alla scalata. Il tempo segnava una delle magnifiche giornate ed il mattino non ci avrebbe di certo ingannato. La diana è fatta a notte alta e si parte al chiaro del lume che rischiara pallido il sentiero. Eccoci al ghiacciaio del « Paradiso ». Tutti i miei compagni hanno un fremito... il ghiaccio, i crepacci sotto ai piedi. Si sale, si sale; è il momento della cordata. I due piccoli vogliono essere i primi, vogliono divorare gli ultimi due chilometri e attacare la cresta di cima; poi ci stanno alla parola d' ordine. Sempre severe noi guide in questi momenti, anche quando sono amici che ci circondano.

«.. .In cinque minuti la cima », la parola è accolta da gioia. Ci siamo. Il sole sorge! Aurora magnifica. Dopo venti scalate oggi solo trovo che l' alba sull' Adula è veramente l' ora del miracolo. Un annunzio di chiarore si dilata giù per la valle, invade il cielo, insegue la notte. Il fosco basso delle valli si stende come una capellatura.

Mentre nella valle l' aurora si ristagna opaca e vaporosa in un dormiveglia di luce, qui sù rapidamente si ridesta e ravviva. Il sole scheggia oro, sorge dal gruppo del Bernina. La conca del « Paradiso » è ricolma di oro. La cima del Bernina arde come un' altare. I vapori della valle in una nebbia stanca, opressa si dilatano e scompaiono. L' ultimo sogno di una nuvoletta sfiora il Zapporthorn, si sfiocca e svanisce, ed il silenzio degli amici che guardano e contemplano mi sembra canto. Poi la vista a ovest verso il gran massiccio delle alpi; eccoti là il Cervino...

« Soddisfazione paga » mi si ripete all' orecchio, è il mio migliore premio... E si scende, mentre da lontano ci segue una nenia di due sonatori che fin lassù han recato i loro strumenti e caratterizzano coi calzoni stringati e corti che portano. Presto siamo in vista della capanna. E quella musica ci segue a folate di squilli.

Non avremmo immaginato saluto più dolce. È come se ci accompagni l' anima della montagna.

E mentre narro un' avventura di capanna, una sola, promette di ritornarvi, a tre, solo in tre... Ideale dell' Adula!... La maestrina.

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