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Plastivori nel permafrost

Il permafrost alpino contiene microrganismi che, una volta attivi, sono in grado di degradare la plastica e persino di facilitarne il riciclo. È questo il risultato di uno studio condotto da due microbiologi dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) e pubblicato nel Journal of Hazardous Materials. Dopo cinque mesi di laboratorio tra campioni di terreno prelevati a 3000 metri di altitudine e mantenuti a una temperatura di 15 °C, due imballaggi di plastica biodegradabile si sono parzialmente decomposti. Al contrario, un pezzo di polietilene (PE) che aveva subito lo stesso trattamento è rimasto intatto, ricordando che la decomposizione completa può richiedere anni. I ricercatori hanno pure scoperto nuove sequenze di DNA nel permafrost alpino da cui è possibile ricavare gli enzimi che decompongono la plastica. A differenza della maggior parte degli enzimi conosciuti, questi sono in grado di funzionare in modo ottimale anche a temperatura ambiente «normale», senza apporti di calore. Secondo il comunicato stampa del WSL, l’obiettivo finale è scomporre la plastica nelle sue componenti e produrne di nuova senza dover ricorrere al petrolio grezzo.

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