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Niente cocci ad Andermatt Il CAS cerca il dialogo

Il CAS ritira la propria presa di posizione sull’ampliamento della zona sciistica Andermatt-Sedrun. Rinuncia a nuove perizie e rivede le proprie obiezioni contro i previsti impianti di innevamento.

«Accesso solo con autorizzazione della ‹Korporation Ursern›»: così si legge sul cartello di divieto di circolazione all’ingresso della Unteralptal, sopra Andermatt. Il sedile del passeggero è occupato da Alex Renner, «Talammann» della corporazione. I Renner appartengono agli Ursern della valle sino dal XIV secolo. «Ci siamo sempre occupati della nostra terra e l’abbiamo protetta», dice Renner. «Il fatto che la natura sia oggi ancora ampiamente intatta va attri-buito alla totalità dei vallerani di Ursern.» Ci si confronterebbe volentieri con questioni ambientali. «Ciò di cui ci si accorge, però, sono i tentativi di esercitare una tutela.» Ed ecco che l’autogestione viene sempre più messa in discussione con strumenti di diritto ambientale. Un risultato dell’interazione tra istanze statali e organizzazioni ambientaliste e sportive con diritto di ricorso.

In una vettura nera si avvicina «Ruedsch» Russi, che è andato a dare un’occhiata alle capre in valle: «Da anni ci occupiamo del sentiero che sale alla Vermigel-Hütte», dice, e il CAS, ma anche gli altri ambientalisti, gli rendono la vita amara. «Non sarebbe la prima volta che dei disturbatori vengono ricacciati giù nella Schöllenen per il Ponte del Diavolo, come allora, negli anni Quaranta», aggiunge Russi. Allora, l’Ursern doveva essere inondato a scopo idroelettrico (vedi Tages-Anzeiger, 18.6.2011). Ma si erano fatti i conti senza l’oste: l’ingegnere Fetz, che faceva incetta di case nella valle, fu cacciato a bastonate giù fino a Göschenen.

 

Contratti delle capanne CAS

Franz Steinegger, intimo conoscitore dei rapporti in valle e presidente del CC Gottardo (1989-1991), era presente alla «Talgemeinde» dello scorso maggio, l’assemblea della corporazione degli Ursern tenutasi davanti alla chiesa parrocchiale di Hospental: «L’atmosfera è tesa.» Lassù, il CAS sarebbe percepito in primo luogo come associazione ambientalista che non ha a cuore lo sviluppo della valle. Secondo i vallerani, in relazione alla costruzione del resort di Sawiris e al collegamento delle regioni sciistiche di Andermatt e Sedrun il CAS si schiererebbe univocamente per la protezione del paesaggio. «Tra i membri della corporazione si ha l’impressione che il CAS sia il solo responsabile dei vincoli.» E ora, «il conflitto tra l’Ufficio dell’ambiente del cantone di Uri e la corporazione si è scaricato sul CAS», spiega Steinegger. In particolare, la corporazione mette in discussione il prolungamento dei diritti di superficie relativi alle capanne Albert Heim e Rotondo, da definire nei prossimi anni.

 

Politica ambientale propria

L’impressione che il CAS si lasci aggiogare al carro delle associazioni ambientaliste non corrisponde assolutamente alla verità, afferma Fridolin Brunner, responsabile del settore Capanne in seno al Comitato centrale. «Quali utilizzatori e protettori siamo i ricorrenti più importanti, ma ap-plichiamo una politica ambientale autonoma.» Secondo Brunner, non si tratterebbe di impedire il riposizionamento di una regione già ampiamente sfruttata dall’esercito come quella di Andermatt-Sedrun. «Abbiamo anche il compito di sostenere le sezioni proprietarie di capanne nei loro sforzi in relazione a progetti edilizi e prolungamenti di diritti d’acqua e di superficie. Con delle pretese di politica ambientale troppo incisive, sotto l’aspetto della politica regionale ci tireremmo la zappa sui piedi. E, in fin dei conti, l’aurora turistica dell’area di Andermatt potrebbe offrire ottime prospettive per lo sport della montagna e le nostre capanne.»

 

L’insorgere di malintesi

Stando alla corporazione ci sarebbero parecchi malintesi, anche con alcune confusioni. Ad esempio, il «Talammann» Renner non capisce assolutamente come mai una bozza del regolamento sulle misure di protezione del paesaggio nella Unteralptal sia finito sul

 

Non ritardare la costruzione

A ciò si oppone decisamente René Michel, responsabile del settore ambiente nel Comitato centrale, affermando che il CAS in effetti non si sia mai pronunciato contro la costruzione del resort di Samih Sawiris e che nel caso dell’ampliamento del comprensorio sciistico, esso ne abbia unicamente messo in discussione le dimensioni.

Per Fridolin Brunner è chiaro che è ora di tirare una riga sull’intera questione. «Siamo da molti anni un partner contrattuale della corporazione, e tra partner è buona regola discutere assieme. È il modo migliore per chiarire le posizioni e spazzare via i malintesi.»

Questo ha spinto il Comitato centrale ad adattare la propria posizione in merito all’ampliamento della regione sciistica «in particolare rinunciando a richiedere ulteriori perizie, all’origine dei ritardi nell’ampliamento delle piste», come spiega Jerun Vils, segretario generale del CAS. «Come pure non abbiamo alcuna obiezione concernente le piste previste e gli impianti di innevamento esistenti e previsti al Nätschen e al Gemsstock.» Conseguentemente, il CAS ritira anche la propria presa di posizione in relazione alle misure sostitutive per una zona di protezione del paesaggio nella Unteralptal: «Ci aspettiamo che tutte le parti rispettino l’accordo concluso nel gennaio scorso.»

Il CAS ad Andermatt

Nel 2011 il CAS, unitamente ad altre associazioni ecologiste nazionali hanno inoltrato ricorso contro elementi dell’ampliamento della regione sciistica. Nel gennaio 2013, le parti hanno adottato un compromesso e sottoscritto una convenzione. L’obiettivo era un ridimensionamento del progetto. La convenzione prevede tra l’altro piste in numero minore e rispettose dell’ambiente tra Nätschen e Oberalp, lo smantellamento degli impianti in disuso del Winterhorn e in primo luogo la rinuncia a impianti di risalita nella zona di St. Anna-Lücke/St. Anna-Gletscher. L’Ufficio federale del traffico valuterà ora il progetto generale modificato.

Vedi anche www.sac-cas.ch → Environement → Protection du paysage → Infrastructure

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