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Sciare sul bordo dell’acqua Visita al Grammont: le Alpi alla norvegese

Non solo in Norvegia si scia con ampie distese d’acqua sotto le solette. Appollaiato sopra le sponde del Lemano, il Grammont permette di vivere un’esperienza simile con le Alpi come fondale.

Il superamento del Col des Crosses, tra le Jumelles e il Grammont, ha qualcosa dell’anticamera. Da un lato, si lasciano la pacifica valle di Taney e un quadro alpestre che ha permesso al Cervino di svelarsi in lontananza; dall’altro ci si mette in attesa. Qui non ci sono rulli di tamburi per assistere allo spettacolo. Solo alcune conversioni che ci portano sulla cresta sommitale del Grammont. E lassù, di colpo, ecco il Lemano offrirsi praticamente per i due terzi della sua lunghezza, come se un fiordo norvegese si fosse insinuato nel cuore delle Alpi! E se di consueto il richiamo della vetta che si avvicina spinge ad accelerare un po’ la cadenza, ci si sorprende a sperare che non si faccia troppo sentire, per approfittare ancora dell’istante. In modo altrettanto inspiegabile, lo sguardo si stacca da un panorama che si estende dal Monte Bianco all’Eiger per tuffarsi in quell’immenso lago dalle acque profonde. Non è difficile comprendere l’attrazione che la Scandinavia suscita tra gli sciescursionisti. C’è qualcosa di magnetico da cui è difficile sfuggire.

Una vetta atteggiata a fortezza

Ben visibile dalle sponde svizzere del Lemano, il Grammont non si lascia avvicinare troppo facilmente. Prima sentinella dello Chablais, questa cima era tenuta a proteggersi i versanti più esposti con pendii scoscesi. Il suo accesso principale è difeso dai bastioni del Sétson e dalle torri di guardia delle Jumelles. Una piccola valle incassata che occorre attraversare lungo il lago di Tanay funge da fossato. E in assenza di un ponte levatoio, l’iscrizione a est della vetta di due zone di tranquillità raccomandate canalizza la gran parte degli escursionisti invernali lungo l’itinerario passante per Tanay. Meno numerosi sono quelli che il giro lo fanno per il versante orientale del Grammont: questa variante della discesa non difetta per contro né di atmosfera né di pendenza, e la neve rimane spesso in buone condizioni. Unico itinerario consentito su questo versante, si intrufola tra le due zone di tranquillità per poi attraversarne una e raggiungere il lago di Tanay.

A spasso in una zona di tranquillità

Nella salita come nella discesa il lago di Tanay è il grande imprescindibile di un giro del Grammont. Questo luogo dall’atmosfera mistica è situato nel santuario di una riserva naturale, istituita nel 1966 sotto l’egida di Pro Natura, di Heimatschutz Svizzera, del Club Alpino Svizzero e del comune di Vouvry. Da 50 anni, con l’eccezione di qualche chalet a Taney, l’insieme della valle è rimasto preservato consentendo di salvaguardare la fauna e la flora. I luoghi emanano serenità, e non è raro incrociare lo sguardo dei camosci e degli stambecchi, presenti in gran numero nella parte alta dell’itinerario. Il lago, le cui acque alimentano una centrale idroelettrica a circa 915 metri più in basso, ha la particolarità di non presentare alcuno scolo naturale visibile. Il mistero che aleggia attorno a questo fenomeno ne ha fatto un luogo di leggenda. Si narra infatti che ospitasse una viverna, una creatura impressionante raffigurata sotto forma di drago o di serpente alato. Ma rassicuriamoci: la leggenda vuole ancora che il mostro sia stato ucciso da un pastore nascosto in una botte. Oggigiorno, la viverna la si incontra solo nello stemma del comune di Vouvry – e nell’assonanza del nome di quest’ultimo. Come una strizzatina d’occhio alla Norvegia e alle sue creature fantastiche.

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