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Scisto, argento e processioni Escursioni alpine tra Schams, Avers e Oberhalbstein

Il Piz Platta è conosciuto, come forse lo è anche il Piz Curvér. Tra loro celano un fitto vissuto di montagna, ​cultura e storia che solo pochi conoscono.

Il punto esclamativo – il Piz Platta – segna l’incipit del viaggio di scoperta. Da Cresta, solo tracce di sentiero facilitano l’accesso al Täli, poi nel terreno non rimane che l’occhio addestrato. Che indica il proseguire della salita, fino alla cengia rocciosa che attende lassù. Dopo averla superata, si guarda dall’alto sul Vadret da Piz Platta. Una breve pausa per riprendere fiato e infine eccoci: sul Piz Platta tutto è bello, fino alla qualità della roccia. Ma di questa dirò ancora in seguito.

La discesa verso nord è addolcita dall’aspettativa della Skihaus Piz Platta, presso Tga. La nodosa casetta in legno con i fiori ai davanzali e i tavolacci della protezione civile nella stanza di dietro è aperta solo su prenotazione. Sebbene si tratti di un alloggio molto semplice, farvi una sosta vale davvero la pena: non solo per la famigliarità dell’accoglienza, ma anche per le prospettive di escursioni alpine che si aprono il giorno successivo.

 

Sveglia di buon’ora

Perché qui, alzarsi presto è imperativo. Nel fresco del mattino, fino alla Fuorcla Starlera l’organismo avrà tutto il tempo per mettersi adeguatamente in moto. Scendere ora lungo la Val Starlera fino a Innerferrera sarebbe carino, ma senza cime. Anche la via che segue la lunga e solitaria Val Curtegns sarebbe romantica – sarebbe! Invece: su, fino alla cresta, dalla quale appare una nuova area naturale e con questa un rilievo del terreno che promette nuove emozioni e nuove vedute: il Piz Alv. Nell’attraversamento sotto la costa occidentale si perdono giusti 200 metri di dislivello; il resto è un facile avanzare in ripido firn o, come sul Piz Platta, nei detriti.

 

Tra scisti friabili

Questa intera regione è essenzialmente composta di flysch e scisto grigionese, roccia sedimentaria che nel corso del corrugamento alpino è stata per la gran parte trasformata in lastre d’ardesia più o meno friabili e scivolose. Poco divertenti per gli scalatori, ma affascinanti per l’escursionista. Una deviazione in cresta senza sentieri porta dal Piz Alv al Piz Grisch: non è proprio facile, richiede buona condizione e una sufficiente riserva di tempo. Perché poi, dal Piz Alv ci sono comunque ancora cinque o sei chilometri prima di poter suovamente distendere le gambe a Radons.

 

Minacce divine

Dopo l’escursione in montagna il primo e quella panoramica il secondo giorno, con nuove prospettive a Schams, Avers e Oberhalb­stein, segue ora una tappa con sorprendenti retroscena storici. Se la si compie alzandosi nuovamente di buon’ora una domenica tra luglio e settembre, si può persino assistere alla messa dei pellegrini a Ziteil. Attorno al 1580, in questo luogo una piccola donna vestita di bianco sarebbe apparsa dapprima a una ragazza e poco tempo dopo a un ragazzo richiedendo alla popolazione dell’Oberhalbstein di fare più penitenza e tenere delle processioni con la croce, altrimenti il Signore «non solo avrebbe fatto marcire i frutti dei campi, ma avrebbe anche fatto morire tutti quanti, dal più giovane al più vecchio»1. L’effetto di queste minacce fu tanto duraturo che oggi ancora chi volesse assicurarsi un posto nella chiesa più alta d’Europa farà bene ad annunciarsi con buon anticipo.

 

L’argento di Taspegn

La cappella è dominata dal Piz Curvér, eternato in numerosi dipinti da Giovanni Segantini. Sull’altro versante di questa montagna, tra Zillis e l’Alp Taspegn, grosso modo una trentina d’anni dopo le apparizioni di Ziteli furono trovate della galena di piombo e della calcopirite contenenti argento. E questo in quantità tali che fu ben presto possibile mettere in circolazione delle monete coniate con l’argento di Taspegn. Nei mercoledì d’estate, le antiche gallerie delle miniere sono aperte agli interessati, che hanno cosí modo di apprendere tutto ciò che concerne la storia mineraria di Schams e Avers. La roccia scistosa può pure essere disagevole sotto gli scarponi, ma ciò non significa che non abbia alcun valore.

 

Dal Curvér nella miniera

La variante con la visita alla miniera presenta un vantaggio decisivo: permette di risparmiarsi i quasi 1300 metri di dislivello della faticosa discesa che separa Taspegn da Zillis. Nella visita è infatti compreso il trasferimento con la jeep fino a valle. Una proposta che si accetta volentieri, dopo quanto hanno finora sopportato le nostre gambe. Sì, perché sul Piz Curvér anche se non ci si deve arrampicare bisogna salirci. Questa montagna è uno dei punti panora​mici più belli della regione, e lascia spaziare lo sguardo su tutto il Domleschg. La discesa nei detriti risulta in parte essere più che altro uno scivolamento, per cui è realistico raggiungere l’Alp Taspegn per le 13.00, all’inizio della visita guidata, dopo la quale si può anche dare un’occhiata al più alto museo minerario d’Europa, ospitato in un ex porcile. Infine, lascia­moci pure trasportare fino a Zillis.

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