Un pezzo di Verdon nel Giura | Club Alpino Svizzero CAS
Sostieni il CAS Dona ora

Un pezzo di Verdon nel Giura Calcare mordace e superbe spaccature

Tra tutti i siti dell’arco giurassiano, il Schilt è probabilmente tra i più selvaggi e vertiginosi. Rannicchiato in fondo a un vallone verdeggiante a nord di Bienne, la sua roccia eccellente ricorda non poco le Gorges du Verdon in Francia.

Simile alla prua di una misteriosa nave qui stranamente incagliata, il Schilt si erge come un invito a dialogare con il cielo. Bum! Improvvisamente, un rumore sordo squarcia il silenzio del vallone. Gli occhi si voltano verso l’enorme cava situata di fronte, sfregio spalancato in una natura quasi ancora intatta.

Il sito aveva già risvegliato i desideri nel 1946, quando Raymond Monney, Martial Perrenoud e un tale Zürcher avevano tracciato da pionieri la Voie normale (5c), impressionante per la sua verticalità, su un superbo pilastro all’estremità occidentale della prua. «La cresta terminale, alta 80 metri, offre da sola non poche possibilità. È attrezzata con cinque ottimi chiodi e l’arrampicatore può quindi salire in tutta sicurezza, senza rischio alcuno.» E così che Jean Fuchs, uno dei suoi apritori, l’aveva descritta. Nel 1949, Monney e Fuchs aprivano la Grande cheminée, un’altra grande classica percorsa ancora oggi. Il tempo è trascorso, il sito si è sviluppato. Numerose vie, per la gran parte riservate agli iniziati, hanno visto la luce sulle rocce dei dintorni con grande gioia degli arrampicatori. E si è anche saputo tener conto della tranquillità della fauna per mezzo di un accordo tra i comuni e le sezioni del CAS locali.

 

Gioielli e frafalle

Più vicino a noi, tra il 2006 e il 2008, Boris Girardin si dedicava a una zona trascurata dopo che suo padre, Paul-Henri Girardin, vi aveva aperto un tempo una via di 80 metri in compagnia di Martial Perrenoud. Il nuovo settore «Face sud», assente nella guida del 2007, vede così la luce. La difficoltà oscilla tra 6b e 8a. Lo stile di arrampicata è tecnico, con pareti compatte da salire con le tecniche d’incastro e di opposizione, il tutto attrezzato in modo eccellente e in un ambiente aereo tipico delle grandi vie. Qui occorre essere in chiaro con l’uso della corda. Se se ne dovesse citare una sola, si potrebbe consigliare Jewel (3L, 7a), la via che segue la linea degli anziani. Ma per dar sapore alle cose esistono numerose opzioni, tra cui le splendide Majestic (7a+) e Butterfly (7b+), o i due progetti non ancora realizzati di Grounding e Slike, con difficoltà che potrebbe raggiungere l’8a.

 

 

Arrampicata tecnica

Più lontano, sulla destra di questo versante verticale caldo e soleggiato, fatto di un calcare di rara qualità, non è possibile mancare un’enorme placca ripida e liscia, alta 40 metri: il «Petit Pilier». Vi si trovano vie tipiche del luogo, come Psycho (6b), Symphonie des mousquetons (7a) o Mittendurch (7c). Il settore rappresenta senza dubbio una presa di contatto un po’ rude, ma splendida e di elevata tecnicità. Qui è consigliabile disporre di calzature adatte e di optare per temperature non troppo elevate. Fortunatamente, altre possibilità più agevoli, quali Le petit pilier (6a), Korolev (6b) o Le Dièdre (5c), consentono di venire a patti con il terreno. Sette vie sono state riattrezzate a fine 2011 da Boris Girardin.

Qui, la roccia alterna «zucchero» giallo a lastroni grigi finemente scolpiti e ornati di numerose tacche. In modi diversi e in epoche diverse, gli arrampicatori vi si sono rovinati le dita. Dal 1960 con Paul-Henri Girardin nell’Empereur, la sua via di visionario, passando per Philippe Steulet e Hans-Peter Siegrist sulle «réglette» e le tacche aggressive di Verdon (3L, 7a) e di Siamo nati per gioco (8a), il muro continua ad affascinare e fa parte del meglio che il Giura ha da offrire.

 

Sulle tracce dei pionieri

Per concludere in bellezza una giornata al Schilt è indispensabile percorrere con lo zaino in spalla una delle grandi classiche citate in precedenza, tanto per godersi la vista dal punto panoramico sul Grabe e ridiscendere alla Métairie de Nidau lungo il Sentier des bûcherons.

La Voie Normale del 1946, ad esempio: Sebbene un po’ usata nel 2011, la Voie Normale (4c-6b), verticale con buone prese, procura sempre un grande piacere, anche se il numero dei chiodi in opera è infinitamente superiore a quello conosciuto dai pionieri.

Informazioni

http://www.sac-cas.ch/it/service/cerca-una-palestra-darrampicata.html

Feedback