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Nel cuore della corona imperiale La traversata del Blanc de Moming

In fondo alla Val d’Anniviers, il Blanc de Moming offre un’immersione maestosa nel cuore delle Alpi. La sua traversata è un punto forte della Haute Route Impériale che collega Tourtemagne a Zermatt. Un’avventura che ben vale il lungo accesso da Zinal.

«La traversata del Blanc non è affare per principianti», avverte Nicolas Theytaz, il custode della Cabane du Mountet. «D’inverno ospitiamo in prevalenza alpinisti esperti o escursionisti con gli sci accompagnati da guide.» A circa nove chilometri di distanza e 1200 metri di dislivello da Zinal, il tono si avverte all’arrivo alla capanna. Il tuffo nel cuore della corona imperiale lo si merita, e le sue traversate si paventano con tutta la saggezza del montanaro. «Dalla capanna si ha la sensazione di poter afferrare le cime. Ma per avvicinarle è meglio essere agguerriti, poiché gli accessi passano tutti per dei ghiacciai e la cresta del Blanc è molto affilata. Meglio avere il piede sicuro», commenta colui che da vent’anni è il signore dei luoghi.

Una vista ‹imperiale›

Alla Cabane du Mountet sono le sette. Una bruma inospitale ci trattiene al calduccio un’altra ora. «Senza una buona visibilità, la traversata della cresta è impraticabile», spiega Maxime Derivaz, guida alpina vallesana. Accompagnati da una cordata ticinese, tentiamo ciò nonostante una sortita, ricompensata dall’apparire del sole dopo una ventina di minuti di salita. La vista si apre allora sull’Ober Gabelhorn, con il suo versante nord a 55 gradi. Ricordiamo allora le parole di Nicolas Theytaz della sera precedente: «Ho avuto modo di osservare due cordate sciare quel versante, ma dev’essere stato una decina di anni fa. Di certo che da allora anche altri hanno tentato l’exploit, ma io ero sicuramente a valle.» Risalendo il ghiacciaio del Mountet sul suo lato destro, arriviamo al crepaccio terminale. È giunto il momento di mettere gli sci sullo zaino e di raggiungere l’affilatissima cresta che congiunge il Blanc de Moming allo Zinalrothorn.

Un passaggio mitico

Alla partenza dalla Cabane du Mountet, o d’Arpitettaz, la salita al Blanc de Moming segue il tracciato della haute

route detta ‹imperiale›. Questa via d’alta quota che collega Tourtemagne a Zermatt offre una vista impressionante sui guardiani delle Alpi vallesane. Weisshorn, Zinalrothorn, Dent Blanche: quelle che accompagnano l’escursionista nel suo itinerario sono tutte cime che superano la quota simbolica dei 4000. «La traversata della cresta del Blanc è uno dei passaggi mitici della Haute Route Imperiale, poiché richiede concentrazione e capacità tecnica», commenta Romain Tavelli, una guida alpina particolarmente affezionata alla regione a causa della sua autenticità. «Nel suo insieme, l’escursione ha molto carattere, poiché il suo tracciato corre quasi interamente su ghiacciai e in un ambiente di alta montagna.»

Una volta superato il rasoio di neve, un centinaio di metri di dislivello con gli sci ancora separano l’escursionista dal Dôme. Giunti su questo promontorio appollaiato a oltre 3600 metri, ecco i quasi 2000 metri di discesa che contribuiscono alla buona fama del Blanc de Moming. E la guida di Sion precisa che, «esposto a nord, l’itinerario della discesa è spesso in buone condizioni, ma ha bisogno di molta neve, perché il ghiacciaio di Moming è pieno di crepacci.» Prepariamoci quindi a uno slalom accuratamente analizzato tra le lacerazioni del ghiacciaio, se vogliamo raggiungere Zinal e la sua crostata ai mirtilli.

I tesori del ghiacciaio di Zinal

A due ore da Zinal, quello che si offre agli escursionisti è un vero gioiello della natura. Ai piedi della lingua del ghiacciaio di Zinal un pugno di gitanti sparisce nelle viscere dei gigante. «A volte la si chiama ‹Grotta Albasini›», spiega ridendo Stéphane Albasini, la guida alpina della Val d’Anniviers che ha scoperto questa curiosità geologica 18 anni or sono. «Ho notato la cavità salendo alla Cabane du Mountet con gli OG. Poi dei clienti mi hanno incoraggiato a continuarne l’esplorazione.» All’interno, la volta di ghiaccio impressiona per la sua purezza. Sul fondo, delle pietre trasportate dal ghiacciaio giacciono su lastre striate e levigate dall’erosione.

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