Due sentinelle sorvegliano la città di Lugano e il suo golfo: a E, irto di ville, il Monte Brè; a S, simile al Pan di Zucchero, il San Salvatore. Ai suoi piedi, la località di Paradiso: per una volta solo una mezza promessa. Oppure no? Dal settembre 2002, nella parete N del San Salvatore c’è una via ferrata molto sportiva, proprio come la guida luganese Delio Ossola, precipitato sul Cervino, l’aveva voluta. La via ferrata è dedicata a lui. In cima al San Salvatore, ad attendere il ferratista c’è una cappella con una terrazza. La vista a 360 gradi è tra le piú belle del Ticino – se non della Svizzera – e alterna l’orizzonte del Monte Rosa con la veduta panoramica dell’intero Lago di Lugano. Proprietaria della vetta, della cappella e dell’ospizio è l’«Arciconfraternita della buona morte e orazione». La prima cappella fu costruita nel XIII secolo, e fu meta di pellegrinaggi soprattutto in occasione della Pentecoste e dall’Ascensione. Illuminazioni del tutto particolari furono poi riservata ai ricercatori del Politecnico di Zurigo che, tra il 1943 e il 1982, utilizzarono la vetta per studiare i fulmini. In altre parole: se davvero minaccia un temporale, è decisamente meglio astenersi dall’indugiare sulla piattaforma panoramica. E anche dal percorrere la via ferrata.